Quando un mito dello Scudetto parla del “mister che potrebbe vincere il quarto”: parole che spingono un allenatore verso l’immortalità #Calcio #SerieA #Conte #Scudetto
Ottavio Bianchi, quello che portò il Napoli sul tetto d’Italia la prima volta, non ha certo peli sulla lingua quando gli si chiede un giudizio su Antonio Conte. L’ex allenatore, icona del calcio italiano, non si limita a complimenti di circostanza, anzi, mette subito le cose in chiaro parlando di una vera e propria leggenda in divenire: “Antonio Conte è l’allenatore che potrebbe vincere il quarto scudetto per la sua squadra.”
Bianchi non si ferma all’elogio e offre una riflessione che pesa come un macigno nel panorama attuale del calcio italiano, un calcio sempre più segnato da allenatori che spesso non riescono a incidere realmente: “Ha dimostrato di avere una mentalità vincente, che è ciò che conta davvero in una competizione lunga e difficile come la Serie A.”
Niente fronzoli, solo sostanza. Il mister a cui fa riferimento Bianchi è quello capace di cambiare l’inerzia di una squadra, di imporre la propria idea anche quando tutto sembra andare storto. E la Serie A, così combattuta, non perdona debolezze. L’ex campione del Napoli aggiunge: “È un vero combattente in panchina, non molla mai e sa tirare fuori il meglio dai suoi giocatori.”
Parole gravi, pesanti, che confermano come Conte sia diventato un punto di riferimento imprescindibile nel calcio italiano, uno che davvero può entrare nella leggenda. Se qualcuno si stava ancora chiedendo chi potrebbe festeggiare il quarto titolo con la stessa maglia, ora la risposta arriva chiara e netta, da una voce che ha vissuto la gloria sul campo e la fatica dell’allenatore.
Antonio Conte non è un simpaticone da fiera; è un martello pneumatico che costruisce vittorie con la testa e con il cuore, e Ottavio Bianchi non si fa problemi a ricordarlo. Con queste premesse, chiunque abbia la fortuna di averlo sulla propria panchina può puntare a qualcosa di grande, anzi, a qualcosa che il calcio italiano da troppo tempo aspettava.