#Napoli #Portieri #Calcio “Preparare un portiere non è un gioco da ragazzi, serve testa, cuore e gambe. E noi a Napoli lo sappiamo bene, tra sogni e qualche delusione, il lavoro non si ferma mai.”
Francesco Cotugno, una voce che conosce ogni segreto del mestiere, ha scelto il microfono di AreaNapoli.it per togliersi qualche sassolino dalla scarpa sul ruolo più difficile del mondo del calcio: quello del portiere.
Con un tono diretto e senza peli sulla lingua, Cotugno ha spiegato che “il preparatore dei portieri deve essere un po’ psicologo, un po’ allenatore e un po’ amico, ma soprattutto deve riuscire a tenere i ragazzi concentrati e pronti mentalmente e fisicamente.” Evidentemente, dietro a ogni parata spettacolare, c’è un lavoro fatto di fatica, sudore e pazienza.
Il preparatore non ha risparmiato critiche per chi pensa che questo ruolo sia facile o secondario: “Molti sottovalutano quanto sia difficile preparare un portiere. Non è solo stare lì a guardare la palla, è un lavoro che richiede precisione, riflessi, velocità di pensiero e tanta, tanta testa.” Insomma, chi pensa che il portiere sia l’ultimo anello della catena farebbe bene a ricredersi.
In più, Cotugno ha raccontato qualche aneddoto di spogliatoio, con quel mix di ironia e sincerità che solo chi vive il calcio ogni giorno può permettersi: “A volte sembra che i portieri vivano in un mondo a parte, tra paure, ansie e momenti di gloria; è un ruolo da eroi solitari che spesso vengono giudicati troppo in fretta.”
L’intervista si chiude con un messaggio chiaro: il lavoro sul portiere è un’arte che va rispettata e valorizzata, anche quando magari i riflettori si accendono solo per quei miracoli che poi tutti ricordano a lungo.