#ShomurodovAddio AllaRoma, Un Attaccante Che Non Ha Esattamente Brillato Ma Sa Come Salutare In Grande Stile
Eldor Shomurodov sembra aver chiuso la sua avventura con la Roma dopo il trasferimento in prestito con diritto di riscatto all’Istanbul Basaksehir. L’attaccante uzbeko ha condiviso un messaggio commovente sui social, addolcito da un po’ di nostalgia tipica di chi non ha lasciato chissà quali tracce sul campo. “Grazie Roma. È arrivato il momento di salutare un club che mi ha regalato così tanti ricordi indimenticabili. Indossare la maglia della Roma è stato un onore — un viaggio fatto di gol, battaglie e momenti speciali con compagni di squadra, staff e tifosi incredibili. Sono grato per ogni minuto in campo, per ogni gol festeggiato e per ogni lezione imparata con grandi allenatori. Roma avrà sempre un posto nel mio cuore — grazie per aver creduto in me e per avermi sostenuto in ogni momento. Inizia un nuovo capitolo, ma questi ricordi resteranno con me per sempre. Con affetto e rispetto, Eldor Shomurodov”.
Arrivato alla Roma dal Genoa nell’estate 2021 per circa 19,6 milioni di euro, Shomurodov ha collezionato 85 presenze in giallorosso, ma con un misero bottino di soli 13 gol – diciamocelo, non proprio il bomber che incendia le partite, ma almeno si è fatto vedere in campo. È un po’ come quel giocatore che fa presenza senza rubare la scena, e in un mondo del calcio pieno di divi, c’è spazio anche per i tipi così.
Tra i momenti clou della sua esperienza, c’è la vittoria della Conference League sotto la guida di Jose Mourinho, con la Roma che ha battuto 1-0 il Feyenoord nella finale di Tirana, grazie al gol di Nicolò Zaniolo. Un trofeo che, onestamente, lo fa sembrare un po’ più eroico di quanto i numeri non dicano – a volte, vincere aiuta a coprire le prestazioni mediocri.
La Roma non ha perso tempo a rispondere al saluto di Shomurodov con un post su Instagram, mantenendo un tono di stima: “Sempre pronto a combattere in campo. Grazie, Eldor!”. Che si tratti di un addio definitivo o no, l’uzbeko lascia la Capitale con un misto di ricordi e qualche rimpianto, ma nel calcio, dove i fallimenti sono comuni come i successi, è proprio questo che rende il gioco così dannatamente umano.