Berruto sfida il sistema sporco dello sport italiano: indagine su giuste o ingiuste nomine? #GiustiziaSportiva #RiformaSubito #SportCorrotto
Nell’ambito della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” su CRC, l’onorevole Mauro Berruto ha preso di petto il mondo dello sport, denunciando quello che chiama un “procedimento curioso” nella giustizia sportiva italiana. Con un tono che non lascia spazio a dubbi, Berruto, ex uomo di sport e ora parlamentare, ha spiegato le sue mosse per smontare un sistema che puzza di favoritismi.
“Nei giorni scorsi abbiamo depositato e presentato una richiesta di indagine conoscitiva sul tema della giustizia sportiva alla Commissione settima della Camera competente in materia di scuola, sport e cultura. Ho trascorso 25 anni lavorando nel mondo dello sport e da due anni e mezzo sono diventato parlamentare. Adesso c’è stato un rinnovo delle cariche apicali del CONI che è l’organo che può mettere mano a delle riforme sulla giustizia sportiva.”
Berruto non ci va leggero, puntando il dito contro un meccanismo che vede i giudici federali nominati dagli stessi capi che dovrebbero essere giudicati. Lui lo definisce una vergogna che non è solo del calcio, ma di tutto lo sport italiano, dove la giustizia federale corre parallela a quella civile, senza controlli veri.
“L’indagine conoscitiva è uno strumento parlamentare che ci permette di mettere in luce dei fatti per poi avviare l’iter per scardinare il procedimento “curioso” su cui si basa tutta la giustizia sportiva con cui i giudici federali vengono nominati dagli stessi Presidenti delle Federazioni che devono essere giudicati. Questo non accade solo nel calcio, avviene in tutte le Federazioni sportive. La giustizia sportiva si svolge in parallelo rispetto alla giustizia civile. È il momento di studiare e conoscere i fatti, comparando il modello italiano a quello degli altri paesi, per poi valutare se quel modello è valido e va migliorato, facendo degli interventi.”
Non è finita qui: Berruto attacca anche il modo “medievale” con cui si eleggono i presidenti federali, basato su deleghe che sembrano uscite da un libro di storia antica. Lui non vuole rovinare l’autonomia dello sport, ma fa capire che è ora di modernizzare, altrimenti resta un campo di battaglia per aspiranti capi.
“Un’altra vergogna del movimento sportivo italiano è la modalità con cui vengono eletti i Presidenti Federali che si basa sul principio della delega che è un principio medievale. Nessuno vuole mettere in discussione l’autonomia dello sport o l’esito elettorale, io contesto il modello con cui vengono eletti i presidenti. Non ho un giudizio in merito poiché devo conoscere i fatti e da parlamentare ho diritto a farlo. La giustizia sportiva è scappata di mano ed è diventato uno strumento per guerreggiare tra persone che aspiravano alla carica di Presidente Federale, ovvero per fermare i nemici che aspiravano alla carica di governo delle rispettive federazioni. Il Presidente Gravina mi ha sfidato a fare nomi e cognomi dei soggetti implicati nell’indagine, ma anche i muri conoscono certi fatti. “Male non fare, paura non avere” diceva mio nonno e così rispondo al Presidente della Federazione e a chiunque altro contesti la nostra indagine.”
L’indagine, secondo Berruto, è solo un modo pacifico per fare luce, invitando tutti a parlare in Parlamento. Lui la dipinge come una missione per capire se il modello italiano regge o se è un colabrodo rispetto al resto del mondo, con l’augurio che si arrivi a cambiamenti veri.
“È un’indagine conoscitiva, non mandiamo i caschi blu o le forze armate, veniamo in pace. Invitiamo solo tutti i soggetti interessati a venire nella casa della democrazia e degli italiani per dare la loro versione dei fatti sul modello che è in funzione nel sistema sportivo italiano. Il nostro augurio è che la Commissione possa calendarizzare l’indagine e che si possa finalmente conoscere i fatti per quello che sono”.
In sintesi, Berruto sta scuotendo il palazzo dello sport italiano, chiedendo trasparenza in un mondo dove le regole sembrano scritte per i potenti. Se l’indagine va avanti, potrebbe essere l’inizio di una rivoluzione, o solo un’altra chiacchierata senza sbocco.