Conte rompe il silenzio a Dimaro: ‘Amma faticà ma chiu’ assai’! Preparatevi al dominio del Napoli. #Scudetto #NapoliInCarica
Nel secondo giorno del ritiro estivo a Dimaro, il tecnico del Napoli ha preso la parola dal palco del Teatro Comunale, rispondendo con il suo solito stile diretto e senza filtri alle domande della stampa. Con lo Scudetto fresco sulla maglia, le sue parole hanno mescolato ottimismo e realismo crudo, senza troppi giri di parole per chi pensa che il calcio sia solo champagne e passerelle.
Già alle prime domande, Conte ha affrontato il tema degli acquisti, sottolineando l’ambizione di partire forti. “Quando parlai di avere una squadra molto collaudata… mi auguro che accada. Noi dobbiamo pensare a noi, a quello che siamo, a quello che vogliamo anche diventare. Abbiamo iniziato un progetto nuovo insieme al presidente ed al club dall’anno scorso, partendo da basi molto limitate. Siamo partiti da un decimo posto e l’obiettivo nei tre anni è creare basi solidi per durare nel tempo. E’ successo nel passato con altri club, io sono un costuttore e mi auguro di farlo anche col Napoli. Abbiamo raggiunto un obiettivo incredibile al primo anno perché non era previsto per tante ragioni, per struttura e preparazione, invece ci siamo riusciti, ma non dimenticiamo che per me non cambia niente. Il lavoro di ricostruzione, inserire nuovi pezzi per dare fondamenta solide, il club lo sa bene, siamo tutti d’accordo nel dire che il percorso continua, ma continua con uno Scudetto sul petto che è un bel vedere, fa parte della storia”. Insomma, non è roba per deboli di cuore: ha ricordato che vincere non è un diritto, ma il risultato di sudore e scelte toste, senza pietà per le chiacchiere da bar.
Sul nuovo arrivo De Bruyne, Conte non ha nascosto l’entusiasmo, ma con un tocco di cinismo. “Lo speriamo tutti, dirlo oggi al secondo giorno è difficile, a fine anno vedremo che impatto avrà avuto. Stiamo parlando di un calciatore che non ha bisogno di presentazioni, volevamo alzare la qualità della rosa e con lui sicuramente la qualità la alziamo. Parliamo di uno dei centrocampisti che per tanti anni è stato tra i più forti in assoluto al mondo, ha vinto tutto, adesso viene da noi per una nuova sfida e sicuramente anche per lui è diverso rispetto al City ma si è calato bene nella realtà e siamo contenti di averlo con noi. In un processo di ricostruzione, per ristrutturare la squadra è già affermato, non è come quelli che stanno arrivando che consideriamo bravi, ma comunque giovani che staranno qui per tanti anni, continuare a migliorare e io dovrò essere bravi a migliorare chi arriverà. C’è tanto lavoro da fare, ma siamo pronti”. È chiaro che per Conte, un campione del calibro di De Bruyne non è un lusso, ma una necessità per non finire schiacciati dalla concorrenza, anche se qualcuno potrebbe pensare che sta solo raccattando stelle cadute.
Parlando degli altri nuovi acquisti, ha ribadito l’approccio pragmatico. “Sono situazioni diverse, De Bruyne è un giocatore che ha già raggiunto livelli altissimi, ha ancora tanto da dare al calcio ed ha fatto questa scelta perché vuole mettersi in gioco e fare un’esperienza nel nostro paese. Non è come quando giocavo io, ma è sempre un piacere giocare qui. Lui è già affermato, gli altri hanno del valore, vengono ad un’età diversa e per cercare di strutturare il Napoli non solo per il presente, ma anche per il futuro. Diamo tempo di ambientarsi, ci vorrà un po’ di tempo e siamo convinti che la strada intrapresa è di dare una struttura solida anche quando io andrò via tra 5, 7, 10 anni non lo so, ma chi arriverà troverà una struttura che funzionerà ancora ed è la cosa più bella per Napoli e per i tifosi”. Qui, con un velo di ironia, ha ammesso che non si tratta solo di vincere ora, ma di lasciare un’eredità solida, senza il solito circo delle promesse vuote.
Sulle rivali e la fame per la stagione, Conte ha sparato dritto: “Le tre big sono state spodestate, è motivo d’orgoglio, al tempo stesso dobbiamo guardare a noi stessi, come l’anno scorso, pensando a migliorare, crescere, ma è inevitabile che quando porti lo Scudetto sulla maglia per definizione parti favorito o tra i favoriti e questo lo dobbiamo sapere benissimo. Non ci dobbiamo sottrarre, hai lo Scudetto sulla maglia, poi sappiamo benissimo che dopo il ciclo della Juventus poi si sono succedute squadre diverse e questo fa capire la difficoltà ma l’abbiamo già visto due stagioni fa e con lo Scudetto sulla maglia facemmo il decimo posto. Quest’esperienza fatta deve più forza a tutto l’ambiente per capire che non sarà facile, dovremo essere compatti perché le cose non saranno mai facili, in assoluto, ma vale per tutti”. Insomma, ha messo in guardia: non è il momento di dormire sugli allori, perché nel calcio, come nella vita, i perdenti si nascondono dietro scuse.
La pressione da favoriti? Per Conte è benzina per il motore. “Abbiamo lo Scudetto sulla maglia, per definizione parte tra i favoriti o favorito, ma non ci dobbiamo sottrarre per timore o per nasconderci, abbiamo fatto tanto per quello Scudetto sulla maglia e deve essere stimolante l’annata. Tutti dovremo essere stimolati per capire come e quanto lo difenderemo, c’è un passato recente che non dobbiamo dimenticare, dalle cose negative come dissi bisogna trarre insegnamenti. Servirà umiltà, niente voli pindarici, il lavoro è la nostra forza. L’ambiente dovrà essere molto intelligente, si vince tutti o non si va da nessuna parte tutti, se si arriva decimi arriviamo tutti decimi non solo l’allenatore, il presidente o la squadra”. Con questo, ha lanciato un chiaro messaggio: o si remi tutti insieme, o si affonderà, e guai a chi pensa di scaricare la colpa sugli altri.
Sul resto, ha toccato preparazione, nuovi giocatori e critiche europee con la solita schiettezza. “Se dovessi trovare una pecca da parte mia è non essere riuscito a stare in un club per tanti anni, avrei avuto tante partecipazioni, non solo 6 che sono davvero poche, poi se mi si chiede la vittoria col Man City che in 10 anni col miglior allenatore ne ha vinta 1, il Psg ha vinto l’anno scorso con quei giocatori, prima di dire certe cose meglio accertarsi, poi io sono il primo ad essere stimolato ma i parametri nostri, di tutte le italiane, è impari la lotta”. In sintesi, ha difeso il suo lavoro con fatti, non parole, e ribadito che il Napoli è pronto a dar fastidio, nonostante i limiti evidenti. La conferenza si è chiusa lasciando l’impressione di una squadra armata e determinata, con Conte al timone a guidare la nave verso nuove battaglie.