De Laurentiis non si trattiene: nuovi arrivi al Napoli e bordate al calcio italiano!
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato dal ritiro di Dimaro, sparando a zero su acquisti e caos del pallone, con quel suo stile da tycoon che non le manda certo a dire. Sulle nuove leve in azzurro, ha evidenziato l’arrivo del “gigante” Lucca e l’imminente sbarco di Beukema, tutto in nome di trattative lampo. “C’è stato l’arrivo di Lucca, questo gigante di due metri, ho firmato subito in modo da metterlo subito a disposizione di Conte. Stasera arriverà Beukema, che ha passato le visite: io tremo sempre prima che il medico ufficiale mi dica ‘tutto bene’. Sono state trattative rapide, quando uno vuole un giocatore si va dritti alla meta.”
Questi acquisti, secondo De Laurentiis, sono parte di un piano a lungo termine, con Conte chiamato a forgiare talenti in un gruppo che mescola esperienza e ambizioni europee. Non c’è spazio per il sentimentalismo: si punta sul miglioramento, costi quel che costi nella giungla del calcio. “L’aiuto di Conte e di una squadra a cui l’esperienza non manca. Ha la necessità di cimentarsi in partite europee che a qualcuno manca, ma ad altri no. Il contento non è perfetto ma perfettibile.”
Sul belga De Bruyne, De Laurentiis non ha dubbi, lodandone la professionalità come se fosse l’arma segreta per dominare il centrocampo. In un mondo di divi viziati, questo è un complimento che suona come una frecciata a chi non si impegna abbastanza. “La grandissima serietà e professionalità, sa perfettamente che determinerà una gran differenza a centrocampo.”
Quando gli chiedono se De Bruyne è il suo acquisto più grande, il presidente elude con la solita furbizia, difendendo le sue scelte e lodando il direttore sportivo Manna. È un mix di orgoglio e realismo, come se volesse dire: “Io non sbaglio mai, e se Conte ci crede, è perché sa come spremere questi ragazzi”. “Mah, io sono sempre contento degli acquisti che faccio. Manna è un grandissimo acquisto, un gran direttore sportivo e conoscitore di calciatori. Conte non sbaglia, se accetta certi giocatori è perché sa di poterli migliorare ancora.”
Infine, sullo stato di salute del calcio italiano, De Laurentiis non usa mezzi termini, dipingendo un quadro da incubo con debiti, confusione e troppi club a galleggiare senza senso. Critica aspramente la Lega e i fondi esterni, mentre elogia i vertici federali, auspicando un intervento del governo per evitare il tracollo. È un discorso che suona come una sveglia rude per chi dirige il pallone: o si cambia, o si affonda. “Il calcio è estremamente indebitato, non solo in Italia ma anche in Europa. In Lega vedo grande confusione, mancano gli imprenditori nei momento clou, quando la presenza del proprietario è determinante. Io capisco ad e dg, sono impossibilitati a prendere certe decisioni. Ai fondi sono sempre stato contrario, sono di passaggio, devo massimizzare e basta. C’è qualcosa che non funziona, poi siamo troppi. Non ci sono risultati economici per alimentare 20 squadre. Per quanto riguarda FIGC, Gravina e Viglione sono una coppia inaffondabile, sono capaci di dare il massimo delle potenzialità al calcio italiano. Sono bravissimi e se il governo cominciasse ad ascoltare di più le richieste di presidente e proprietari, secondo me si andrebbe dritti ad un successo maggiore e a una minor negatività come indebitamento.” In un calcio sempre più impantanato, le parole di De Laurentiis riecheggiano come un avvertimento: senza imprenditori veri al timone, il gioco rischia di finire in bancarotta.