I difensori del Napoli si sbottonano su scudetti, Champions e i dolori del mestiere
Ah, i bei vecchi tempi del calcio dove i giocatori parlano chiaro senza troppi fronzoli, magari con un po’ di cinismo sul piatto. I difensori azzurri, in un incontro coi tifosi, hanno sparato dritto su ambizioni, sfide e pure qualche lamentela sui social e gli allenamenti tosti. Roba che fa capire come dietro i trofei ci sia un sacco di sudore e qualche scivolone verbale. #Napoli #Scudetto #ChampionsLeague
L’evento parte con i tifosi che cantano “I Campioni siamo noi”, e sul palco salgono Giovanni Di Lorenzo, Alessandro Buongiorno, Leonardo Spinazzola e Juan Jesus. È una serata di domande e risposte dove i giocatori non si tirano indietro, toccando temi come confermare i successi o puntare in alto. Di Lorenzo, per esempio, si è sbottonato sull’emozione di vincere due scudetti da capitano: “Sicuramente è stata un’emozione incredibile alzare il secondo trofeo da capitano, anche se Maradona è irraggiungibile per tutti. Il merito è di tutti i compagni e della squadra che ha fatto un lavoro incredibile. Il prossimo obiettivo è puntare a far meglio dell’anno precedente”.
Passando alle ambizioni, uno dei punti caldi è stato l’obiettivo per la stagione. Un giocatore ha risposto con realismo, ammettendo che migliorarsi non è una passeggiata: “Beh, migliorarsi vorrebbe dire vincere anche la Champions League o la Coppa Italia. Sicuramente non è una passeggiata. Capisco che tutti quanti volete vincere, ma sarà un anno difficile e dobbiamo saperlo. Riconfermarsi non è mai facile. L’obiettivo è fare il meglio in tutte le competizioni, oltre il campionato e la Coppa Italia avremo anche la Champions e la Supercoppa. Dobbiamo andarci cauti e farlo tutti insieme uniti, come l’anno scorso”. Insomma, parole che tradiscono un po’ di scetticismo su quanto sia facile dominare, soprattutto con tutti che ti danno per favoriti.
Poi c’è stata la parte sui nuovi arrivati e l’integrazione, con i veterani che si vantano di aver accolto i freschi di squadra. Di Lorenzo non ha perso l’occasione per sottolineare: “Si sono ambientati subito bene, come ho detto prima di Kevin. Sono arrivati anche Lang, Marianucci, Beukema… Abbiamo cercato noi che siamo da più tempo nel club di farli sentire subito a proprio agio. Penso che quando un calciatore sta bene in un posto e sente la fiducia, riesce a rendere di più. Noi che siamo qui da più tempo stiamo cercando di aiutarli”. Sì, perché nel calcio, se non ti ambientano, finisci a marcire in panchina – roba che fa ridere, ma è la dura verità.
Sul fronte delle sfide personali, i giocatori hanno toccato argomenti spinosi, come gli insulti sui social. Juan Jesus, senza peli sulla lingua, ha detto la sua: “Io leggo tutto quello che mi arriva, però dopo tanto tempo riesci a capire che c’è un po’ di ignoranza delle persone. Me li faccio scivolare, se mi vado a fermare a ogni commento… Io so il mio lavoro e quello che faccio. So che quando si è più giovani può essere difficile, però caratterialmente uno deve pensare che la persona che ti odia non ti conosce e non sa i sacrifici che hai fatto. Io lascio parlare, non ci penso. Siccome sono genitore il mio obiettivo è insegnare ai miei figli di essere diversi, purtroppo è una società un po’ strana”. Un commento che suona come un “chi se ne frega” alla gente che sparla da dietro uno schermo.
Non mancano aneddoti sugli avversari e gli allenamenti massacranti. Buongiorno, ad esempio, ha parlato di come stanno i nuovi con i carichi di lavoro: “Le facce stravolte le ho viste anch’io perché non sto ancora correndo come loro, per quello che riesco cerco di tenerli su e aiutarli. So che è molto dura, ci sono passato l’anno scorso. Parlando con loro, abbiamo visto che quel lavoro ha dato i suoi frutti. Siamo tutti super disponibili nel faticare, non vediamo l’ora di cominciare”. È quasi ironico, no? Tutti a lamentarsi, ma alla fine corrono come matti per vincere.
Infine, tra risate e riflessioni, si è discusso di icone e futuro. Spinazzola, su De Bruyne, ha gettato lì: “Non si possono dare consigli a Kevin, è impossibile (ride, ndr). L’unico che gli può dare un consiglio è il mister”. E Di Lorenzo, su un possibile ritiro al Napoli, ha ammesso con un tocco di realismo: “Sono stato fortunato con gli allenatori, Andreazzoli all’Empoli mi ha dato tantissima fiducia. Poi a Napoli ho avuto Gattuso, Ancelotti, e ora Conte: sotto questo punto di vista mi hanno dato tutti qualcosa e tutti gli anni cerco di migliorare. Parlando del mio ruolo, penso sia quello che si è evoluto di più negli ultimi anni. Quindi da ogni allenatore ho cercato sempre di prendere il meglio. Per quanto riguarda il fine carriera non lo so. Io sto benissimo a Napoli, mi piacerebbe chiudere qua però è ancora presto. Vediamo…”. L’incontro si chiude con i tifosi che ancora cantano, lasciando nell’aria l’idea che nel calcio, tra trionfi e fatica, c’è sempre spazio per un po’ di sana irriverenza.