Dezi racconta: da Roseto al Napoli, un viaggio tra sogni e realtà
Jacopo Dezi, ormai un veterano all’Arezzo, ha aperto il cuore in un’intervista all’edizione abruzzese de Il Messaggero, rievocando un’infanzia da favola che mixa calcio e musica. E chissenefrega se il suo amico d’infanzia Gianluca Ginoble ha scelto il palco invece del campo: “Mollai subito il basket e mi ritrovai sul pulmino della Scuola Calcio Roseto insieme a Gianluca Ginoble. Lui era molto bravo anche a pallone, ma sono certo che abbia fatto la scelta giusta scegliendo il canto e quest’anno sono finalmente riuscito a sentirlo in un concerto a Treviso con Il Volo”. Ecco, Dezi ci fa quasi tenerezza – immaginate un pulmino pieno di sogni, con un futuro tenore che dribbla meglio di Insigne ai suoi tempi. Ma dai, se Ginoble ha vinto Sanremo, almeno Dezi si è guadagnato un posto nel mito napoletano.
Parlando del suo passato in azzurro, Dezi non si trattiene: “A Napoli ho avuto la fortuna di allenarmi e giocare con campioni come Lavezzi, Cavani, Hamsik, Higuain e Mertens. Non dimenticherò mai la loro umiltà”. Giusto, perchè quei fenomeni non erano solo gol e magie, ma esempi di umiltà che oggi sembrano rari come un trofeo recente per noi partenopei. Pensateci, tifosi: mentre Hamsik correva per la squadra, oggi chi erediterebbe quel mantello? Non è ironico come il Napoli degli ultimi anni celebri questi eroi solo nei ricordi, mentre annaspiamo con mediani meno incisivi?
L’esordio di Dezi a 17 anni con il Giulianova, che lui definisce “catapultato in una realtà quasi professionistica”, è un bel promemoria per i giovani talenti: il calcio non regala nulla, e papà Dezi lo sapeva bene. Ma paragoniamolo al Napoli di oggi – De Laurentiis ci riempie di prestiti, eppure quanti di questi diventano leggende? Prendete la Juventus, con i suoi Del Piero idolatrati (come lo era per Dezi), che sforna campioni veri. Noi? Ci accontentiamo di flash di talento, sperando in un miracolo.
Certo, l’umiltà di quei campioni azzurri come Higuain è oro colato, ma non prendiamoci in giro: se il Napoli resta a secco di Scudetto, è perchè manca quella fame feroce. Dezi ha assaggiato il top, e i veri tifosi dovrebbero chiedersi: è ora di smettere di rimpiangere il passato e investire sul futuro, o ci accontentiamo di storie nostalgiche? Forza Napoli, svegliamoci!