Il centrocampo del Napoli resta un punto interrogativo in questa finestra di mercato, con nomi come Yunus Musah, Fabio Miretti e Giovanni Fabbian che continuano a rimbalzare sui tavoli degli esperti. Ma mentre si parla di sborsare 30 milioni per Musah o più di 15 per Miretti, ci chiediamo: serve davvero un esborso pazzo quando in casa abbiamo Antonio Vergara, un prodotto del vivaio che potrebbe essere la vera chicca? Non è solo una questione di bilancio, è un affare di cuore e strategia per i veri tifosi azzurri, stufi di vedere soldi bruciati su stranieri che poi deludono.
Antonio Conte sta modellando il suo Napoli tra il 4-3-3 classico e il 3-4-2-1 per non lasciare fuori pezzi da novanta come Lobotka o Anguissa, ma con Zambo in Coppa d’Africa, il rischio di buchi è alto. Ecco perché un sesto centrocampista non è un lusso, e Vergara – classe 2003 di Frattaminore – potrebbe adattarsi alla perfezione. Dalla sua stagione alla Reggiana in Serie B, con 5 gol e 5 assist in 32 presenze, ha dimostrato di essere un dinamico tuttofare, ideale per un ruolo da mezz’ala o jolly offensivo.
Certo, non ha l’esperienza di Miretti (83 presenze in Serie A contro le sue zero), ma ignorare una breakout season in cadetteria è da miopi. I numeri parlano chiaro: contrasti vinti, tackle e intercetti lo mettono ai livelli dei migliori, come ha ammesso il suo ex allenatore William Viali. “Vergara ha la cilindrata da Serie A”, disse Viali, e non è un’esagerazione – basta guardare le sue heat map, simili a quelle di Politano, per capire che potrebbe essere il nostro asso nella manica.
Se andiamo a paragonare con il passato, pensate a Hamsik o Insigne, nati in casa e diventati leggende: Vergara ha quel mix di dribbling, visione e grinta che manca ai nostri esterni. Ma attenzione, non è solo rose e fiori – se non è pronto, meglio un prestito che tenerlo in panchina, altrimenti rischiamo di ripetere errori come con Elmas, mandato via troppo presto.
Insomma, ai tifosi del Napoli dico: prima di svendere milioni per Musah, diamo una chance a questo talento “homemade”. È un investimento che urla passione e intelligenza, o restiamo a guardare mentre altri club ci ridono dietro per la nostra miopia?