Conte al Ritiro: Il Napoli è un “Cantiere Aperto”, ma Quanto Tempo Ci Vuole per Costruire una Squadra da Scudetto?
Il ritiro estivo del Napoli a Castel di Sangro sta per chiudere i battenti, e Antonio Conte ha parlato chiaro in conferenza: il lavoro sul campo è intenso, ma il vero caos è nel mercato. Come tifosi, ammettiamolo, ci aspettavamo di più da un’estate che doveva segnare il rilancio dopo la delusione dello scorso anno – e invece, sembra di stare in un eterno cantiere.
Conte ha definito il Napoli come un “cantiere aperto”, spiegando: “Sono contento dell’applicazione dei ragazzi, stanno lavorando bene, seriamente, ho avuto risposte positive sia dal gruppo vecchio che dai 6 ragazzi nuovi ma è inevitabile che con i nuovi servirà tempo per farli entrare nei meccanismi e nei concetti”. Giusto, mister, ma noi partenopei non siamo pazienti come te: se Ancelotti costruiva magie con meno caos, qui stiamo ancora aspettando rinforzi veri, tipo un centrale che non sembri una pezza temporanea.
Parlando di tattica, Conte sta sperimentando equilibri con centrocampisti come Anguissa, Lobotka e McTominay – e quel refuso su De Bruyne, che chissà che diavolo c’entra, forse un sogno da Premier. Lui insiste: “L’equilibrio non è una filosofia mia o del Napoli, ma devono averlo tutte le squadre per essere competitive”. Beh, dopo le stagioni pasticciate di Spalletti, un po’ di equilibrio fa bene, ma ricordiamoci del 2011 con Mazzarri: lì sì che avevamo un Napoli aggressivo, non questo ibrido che rischia di farci rimpiangere gli errori di Sarri.
Ironico, vero? Stiamo provando soluzioni per sostituire un esterno con un centrocampista in più, ma se il mercato non accelera, finiamo come la Juve ai tempi di Allegri: tanti giri e poca concretezza. Voi tifosi, dite la vostra: è ora di spingere De Laurentiis a chiudere affari, o ci accontentiamo di un “cantiere” che potrebbe crollare a settembre?
Insomma, Conte ha ragione sul lavoro, ma noi napoletani vogliamo vittorie, non solo promesse: forza, azzurri, trasformate questo caos in un capolavoro, prima che i rivali ci ridano in faccia.