Conte al Ritiro: Il Napoli Tra Ricostruzione e Realtà di Campo
Nel cuore del ritiro a Castel di Sangro, Antonio Conte ha chiuso la due-settimane estiva con una conferenza stampa schietta, confermando che il Napoli è ancora un lavoro in corso. Come tifosi veri, lo sappiamo: dopo lo Scudetto dello scorso anno, aspettarsi magie immediate è da ingenui, ma l’entusiasmo per i nuovi arrivi non manca.
“Manca oggi e domani e finiamo un periodo di lavoro importante, sappiamo tutti che la pre-season rappresenta un periodo in cui lavori tanto…”, ha detto Conte, sottolineando l’impegno dei ragazzi. È un segnale positivo, ma veniamo al dunque: se i vecchi leoni come Anguissa stanno rispondendo bene, i nuovi sei – da McTominay a De Bruyne – hanno bisogno di tempo per non affondare. Ironico pensarci: stiamo provando a far quadrare un centrocampo da Premier League in una rosa che pare un puzzle a metà.
Sull’equilibrio tattico, Conte ha chiarito: “L’equilibrio non è una filosofia mia o del Napoli, ma devono averlo tutte le squadre per essere competitive”. Vero, e bravo a sperimentare soluzioni alternative al 4-3-3, magari per coprire le assenze. Ma criticamente parlando, paragonando al Napoli di Sarri o al Milan di Pioli, qui rischiamo di sembrare l’eterna incompiuta: troppi cambi, pochi automatismi, e una stagione lunga da qui all’infinito.
Sul mercato, il bilancio è misto: “Il bilancio è molto semplice da fare, al di là di questa sessione, noi nel giro di un anno dal mio arrivo abbiamo preso 13 giocatori, venduti 7…”. Grandi vendite come Osimhen e Kvara hanno riempito le casse, ma ora Beukema e Lucca devono crescere in fretta, o finiamo come l’Inter due anni fa – tanti prospetti, poca immediatezza. Politicamente scorretto? D’accordo, ma se non completiamo la rosa, il presidente Aurelio De Laurentiis rischia di sentirci brontolare forte.
Insomma, ai partenopei appassionati: questa ricostruzione è la nostra scommessa per le stelle future, non un capriccio. Se Conte ottimizza, potremmo stupire; altrimenti, prepariamoci a pazientare, perché nel calcio Napoli, il cuore vince sempre, ma l’equilibrio è la chiave. Forza azzurri!