L’eterno difensore: Albiol a 39 anni non si arrende e guarda all’Italia
Raul Albiol, quel roccioso difensore che ha fatto sognare il Napoli per anni, è di nuovo sul mercato a 39 primavere, con la voglia di non appendere gli scarpini al chiodo. Un ritorno in Italia? Sembra più di un’ipotesi, e i tifosi partenopei tremano o esultano, a seconda del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Dopo stagioni da leader, l’ex azzurro ci ricorda che il calcio non è solo muscoli, ma anche grinta pura.
In una recente intervista al Corriere dello Sport, Albiol ha dichiarato: “L’idea è continuare a giocare. Il sogno è di farlo in Italia. Voglio chiarire immediatamente una cosa: non è stato per un infortunio o per chissà quale problema fisico. Io stavo benissimo e sto benissimo.” E qui c’è da riflettere: a quest’età, quanti difensori tengono ancora il passo? Albiol non è un miracolato, ma un professionista che sfida il tempo, come un Buffon qualsiasi. Per i tifosi del Napoli, è una botta di nostalgia mista a realismo – ricordate le sue chiusure decisive contro la Juventus?
Ma ecco il colpo di scena: “Dopo l’intero girone d’andata da titolare, l’allenatore mi disse che non avrei più giocato. E non per il livello del mio rendimento, piuttosto per cose personali. Non c’erano ragioni sportive o fisiche alla base.” Roba da far saltare i nervi, no? Sembra una soap opera calcistica, dove le dinamiche dello spogliatoio pesano più dei gol. Confrontatelo con il passato del Napoli: Higuain se andò per “motivazioni personali”, e guardate che disastro fu. Albiol meriterebbe un finale diverso, non una panchina immeritata.
Insomma, è ancora competitivo? “Ritiro? Mai pensato. Mai. Sono ancora competitivo. È soltanto scaduto il mio contratto con il Villarreal e ora aspetto.” Be’, caro Albiol, se il Napoli ti chiama, potresti essere quel veterano che manca in difesa, tipo un Chiellini al suo meglio. Ma occhio, non siamo negli anni d’oro: a 39 anni, rischi di essere quel “nonno” che rallenta la squadra, come visto con altri club che hanno scommesso su vecchie glorie. I veri tifosi discutano: reinvestire in lui o puntare sui giovani? Il calcio è passione, non sentimentalismo.