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Bonetti: “Napoli come la mia Samp, l’anno dopo lo scudetto capita un po’ di rilassamento…”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Bonetti, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Atalanta e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Nota dei parallelismi tra il post scudetto della Sampdoria e quello del Napoli? “I tempi sono cambiati. L’anno dopo dello scudetto, a Genova partimmo un po’ così e così. Ci dedicammo totalmente alla Champions, che ci accingevamo ad affrontare per la prima volta. Effettivamente, in campionato non riuscimmo a fare benissimo, nonostante la finale di Champions in cui sfiorammo il successo. Per squadre non abituate, dunque, nell’anno successivo al successo ci può essere un po’ di rilassamento”.

Nei prossimi tre mesi si giocherà ininterrottamente e, chi disputa le competizioni europee, è chiamato a giocare 27 gare in 120 giorni. Può essere un’occasione per la Juventus? “Il calcio italiano non è abituato a questi ritmi. Sono stato in Inghilterra e, nonostante si giocasse ogni tre giorni, il ritmo era sempre elevato. Il problema è che in Italia tutto è vissuto con maggiore stress, e questo, oltre che generare infortuni, può impedire un recupero nervoso dopo la gara. Ciò detto, la Juventus ha un vantaggio, almeno sulla carta, ma dovrà dimostrarlo sul campo”.

Come arriva l’Atalanta allo scontro con il Napoli? I bergamaschi possono ambire ad un posto in Champions? “Sono anni che l’Atalanta cerca sempre di giocare la partita contro qualsiasi avversario. I bergamaschi sono una squadra molto aggressiva, capace di mettere in risalto i difetti delle avversarie. Il sistema di gioco dell’Atalanta ricorda il calcio di un tempo, prettamente a uomo. Diventa un calcio difficile da affrontare, la squadra di Gasperini può anche spuntarla. Con il cambio in panchina, però, servirà massima concentrazione contro il Napoli. Può succedere di tutto nella sfida al Gewiss”.

Si aspetta una gara d’attacco o di ripartenza da parte del Napoli? “Non saprei. Gli allenatori bravi si evolvono, cercano sempre di cambiare pelle. Vedremo, dunque, come si presenterà Mazzarri. Credo, tuttavia, che l’allenatore azzurro non possa prescindere dalle propensioni offensive della squadra. Il Napoli ha bisogno di attaccare, naturalmente tenendo conto delle peculiarità dell’Atalanta”.

Se fosse un giornalista, cosa direbbe a Mazzarri nella sua prima conferenza stampa? “Il ritorno di un allenatore che abbia fatto bene è una grande cosa. Gli darei il benvenuto e il mio in bocca al lupo. Napoli è una grande città che merita. Mi è capitato di essere in campo nello scudetto vinto a Bologna e sono sempre rimasto legato a quella città. In campo c’era Maradona, un fenomeno in campo e rispettato da tutti gli avversari. Questo la dice lunga”.

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