A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Costanzo Celestini, ex Napoli e compagno di Mazzarri all’Acireale: “Mazzarri è un grande professionista, lo era anche da calciatore. E’ sempre stato introverso e silenzioso, ma era il numero 1 in allenamento. E anche come calciatore era bravo, giocava bene a calcio, io picchiavo un po’ di più”.
“E’ un motivatore incredibile, ma mi ha sorpreso perché quel suo essere così silenzioso non pensavo potesse portarlo ad essere un grandissimo allenatore. Mi fa piacere che sia ritornato a Napoli. Lui fa molto leva sul fattore umano e credo che nel parlare con i ragazzi riesca a fargli dare quel qualcosa in più”.
“Non deve commettere l’errore di snaturarsi: sento sempre dire che il Napoli deve giocare come Spalletti, ma se si voleva quello non bisognava lasciar andare via Spalletti. Mazzarri si è espresso al meglio con un certo modulo per cui deve far venire fuori la sua anima, ma anche la sua tattica. E’ più semplice subentrare a Garcia che a Spalletti”.
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Celestini: “Mazzarri? Per lui l’occasione migliore”
“Allenare una squadra che ha vinto il tricolore è difficilissimo. Trovare le motivazioni dovrebbe essere semplice perché quando vinci lo scudetto tutti vogliono batterti: l’errore principale del Napoli è stato quello di smantellare tutto perché il Napoli era un unico blocco e si poteva aprire un ciclo e invece si è frantumato tutto e adesso è come mettere pezze su un vestito nuovo. Garcia venendo a Napoli ha accettato un rischio enorme perché venire dopo Spalletti sarebbe stato difficile per chiunque. Per Mazzarri è l’occasione migliore perché rientra in gioco, deve ricostruire”.
“L’abilità di De Laurentiis doveva essere quella di trattenere Spalletti e non perdere tutto l’entourage. Era stato così bravo nel creare una squadra vincente, ma lo è stato altrettanto per distruggerla in poco tempo. Si era creata una situazione di sinergia pazzesca, poi qualcosa è accaduto. Non è vero che Spalletti voleva stare fermo un anno, ai tifosi poi vengono raccontate mezze verità”.

