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Giubilato: “Il Napoli non ha più la cattiveria”

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Durante la trasmissione “Si Gonfia la Rete” su Radio Crc, David Giubilato, ex calciatore del Napoli e ex direttore sportivo della Salernitana, ha condiviso le sue riflessioni sull’attuale situazione del Napoli.

“Sono profondamente arrabbiato, mi sento massacrato. Pur essendo un tifoso del Napoli che vive a Roma, devo difendere la squadra. È vero che il Napoli sta attraversando momenti difficili, ma dobbiamo difenderlo strenuamente. Ci sono stati problemi sin dall’inizio, di cui non conosco le ragioni, ma sembra che il gioiello più prezioso sia stato distrutto. A Napoli, la cosa più importante per un calciatore è la presenza, soprattutto a livello mentale. Napoli è la città più bella del mondo, ma è anche quella che esercita più pressioni, perché i tifosi napoletani sono unici e molto esigenti. Se mentalmente non sei al massimo, diventa complicato.

Ci sono diversi aspetti a Napoli che non funzionano, a cominciare dal centro sportivo non di proprietà e dal settore giovanile. La gestione è stata sempre la stessa, ma quando si vince, tutto sembra passare in secondo piano. Quando i risultati non arrivano, emergono tutti i problemi. Ci sono calciatori, contratti, procuratori, offerte, e questo crea disturbi.

Non conosco Mazzocchi personalmente, ma so che è un ragazzo eccezionale. Posso giustificare la sua prima prestazione in maglia azzurra, perché da napoletano voleva dimostrare tutto il suo valore. Il Napoli non ha più quella cattiveria che aveva l’anno scorso, quando le squadre temevano di affrontarlo.

Oggi è il contrario, perché la squadra è diventata mentalmente fragile. Questo è dovuto alla mancanza di un leader e ai numerosi cambiamenti nello staff tecnico. L’anno scorso c’era un’armonia straordinaria, il Napoli era uno spettacolo da vedere.

Garcia ha contribuito significativamente a questo problema mentale del Napoli: in due mesi ha causato più danni della grandine. Se Kvara, Osimhen e Politano mandano a quel paese l’allenatore, significa che c’erano problemi profondi, perché a Napoli difficilmente si vedono situazioni del genere.”

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