“È difficile ricordare una squadra che, dopo aver vinto lo scudetto, fallisce gli obiettivi l’anno successivo con un rendimento insufficiente. Spalletti ha riconosciuto le difficoltà, ha rimosso i disturbi e, in mezzo ai festeggiamenti, la squadra ha smarrito la propria identità. Era necessario cercare un profilo che potesse garantire continuità alle idee simili a quelle di Spalletti, piuttosto che confrontarsi direttamente con lui. Garcia non ha saputo farlo”, ha dichiarato Giorgio Perinetti, direttore tecnico dell’Avellino ed ex direttore sportivo del Napoli, in un intervento su ‘Cose di calcio’ su Radio Cusano.
“Calzona conosce i concetti di base di Spalletti, ed è un tentativo di ridare fiducia e sicurezza ai giocatori, riproponendo conoscenze su un calcio che hanno praticato molto bene fino all’anno scorso. Il nemico di Calzona, però, è il tempo. Il Napoli ha già una partita fondamentale mercoledì e poi avrà solo tre mesi per lavorare, un tempo limitato che potrebbe non essere sufficiente. Tuttavia, il Napoli era in una condizione tale da richiedere quasi disperatamente un salvataggio, e ora sta cercando di farlo”, ha sottolineato Perinetti.
Riguardo alle scelte dei presidenti di Serie A, Perinetti ha affermato: “Il calcio di oggi è diventato eccessivamente un business. È normale che l’imprenditore principale, cioè il presidente, esamini le cose da vicino, delegando sempre meno. Questo è giusto quando si tratta di amministrazione, ma diventa più complicato quando si parla di questioni tecniche. Quando scegli un allenatore, devi dargli la possibilità di lavorare con i suoi metodi, tempistiche, intuizioni e sensazioni, poiché non tutto è automatico. Purtroppo questa tendenza sta aumentando sempre di più, ma il rispetto dei ruoli deve rimanere fondamentale.”