A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefan Schwoch, cronista Dazn ed ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Un ricordo della persona che l’ha scelta per il Napoli in quella sessione invernale del ’99, Antonio Juliano. “Non può che essere un ricordo positivo, e non solo per il fatto di avermi portato a Napoli, per il quale non smetterò mai di ringraziarlo, ma per la persona che era. Una persona che aveva la pelle azzurra e lo trasmetteva, facendoti capire l’importanza della maglia che indossavi. A qualcuno non serviva, a qualcun altro, invece, serviva tanto. Aveva sempre una parola di conforto, mai critica ma sempre per costruire qualcosa di importante. Un supporto che ti aiutava a comprendere cosa fosse Napoli e la sua importanza. Ho una casa lunga settecento chilometri, da Vicenza fino a Napoli. Sono stato bene ovunque abbia giocato ma, quando parlo di casa, lo faccio riferendomi sia a Napoli che Vicenza”.
Raspadori può dirsi un suo erede? “Ha fatto molto di più di quel che ho fatto io a Napoli. Un giocatore importante per la squadra, capace di ricoprire tanti ruoli in una squadra come il Napoli. Gli auguro di poter fare la sua carriera e legarla ad una maglia così gloriosa ed una città così importante. Vorrebbe dire aver fatto una carriera incredibile”.
Come definirebbe lo stato attuale degli azzurri? “E’ uno stato di forma non ancora ottimale. Forse, la squadra sta recuperando di più lo stato mentale che fisico. Vedo un Napoli diverso dall’arrivo di Mazzarri. Con Garcia non mi sembrava uno spogliatoio unito con il proprio allenatore. Non sono uno di quelli che dà le colpe solo al tecnico, le responsabilità vanno sempre divise. Tuttavia, si può avere un feeling maggiore con un allenatore piuttosto che con un altro. È inutile nasconderlo, con Mazzarri i calciatori vantano un rapporto diverso. Con Garcia non c’erano quegli abbracci che, invece, con Spalletti abbondavano. Walter è arrivato in quel che probabilmente era il momento peggiore, ma vedo una squadra in crescita”.