Schwoch: “Napoli? Difendere uno scudetto è sempre difficile. Raspadori o Simeone? Deve giocare il Cholito”

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Vincenzo Scarpa

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefan Schwoch, cronista Dazn ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Torino. Di seguito, un estratto dell’intervista che ha trattato il tema del momento attuale degli azzurri.

Che emozione le fa rivedere un Maradona che compete per altri obiettivi? “Il Napoli, da quando è arrivato De Laurentiis, ha iniziato un percorso di crescita incredibile. Non so da quanti anni è in Europa… Altri giocatori, altre ambizioni. Il culmine è arrivato con la vittoria dello scudetto, anche se quest’anno le cose vanno meno bene. Bisogna portare pazienza e comprendere che la gestione del tricolore è sempre difficile, soprattutto per chi non è abituato al successo. Quando si vince si sente la responsabilità e confermarsi è sempre più difficile. Facciamo l’esempio di Kvaratskhelia: questa stagione è ancora più difficile perché tutti si aspettano una sua conferma, nonostante tutti lo conoscano e l’abbiano studiato. In questa stagione tutti vogliono battere la squadra che porta il tricolore sul petto. Per questo, non è assolutamente facile”.

Cosa è mancato al Napoli contro il Monza? “La prestazione non è stata delle migliori anche se al Napoli è mancato il gol con tre occasioni limpide a tu per tu con Di Gregorio. La squadra, dunque, ha pagato la scarsa concretezza sotto porta”.

Qualcuno dice che al Napoli mancano attaccanti cinici e attaccati alla maglia come Schwoch… “Il Napoli ha avuto tanti attaccanti cinici ed attaccati alla maglia. È chiaro che la squadra risente dell’assenza di un giocatore come Osimhen. Per quanto mi riguarda, Napoli è stata l’esperienza più importante della mia carriera. Giocare con settantamila spettatori in Serie B… Napoli è una città che ho dentro. Quando scendevo in campo, il problema primario non era il gol ma la prestazione”.

Da quando è tornato Mazzarri vede un cambio di registro nel Napoli? “I risultati dicono di no. Ciononostante, Mazzarri bisogna giudicarlo anche per gli avversari affrontati in questo periodo. Walter ha incontrato squadre davvero importanti ed era difficile raggiungere risultati senza una condizione fisica ottimale e la possibilità di lavorare con continuità. Gli azzurri, lo scorso anno, era brillanti proprio nella condizione atletica. In questa stagione, invece, i partenopei non sono agli stessi livelli proprio in questo aspetto. Basti pensare all’allungo di Di Lorenzo su Dani Mota. Lo scorso anno sarebbe andata in modo diverso… È un problema non solo fisico ma anche mentale”.

Può esserci stato, dunque, un errore di programmazione anche da parte di Garcia? “La condizione atletica si prepara soprattutto in estate e, probabilmente, qualcosa è stato sbagliato proprio in ritiro. È una problematica di cui sono a conoscenza soltanto gli allenatori anche se è chiaro che la condizione degli azzurri non è la stessa della passata stagione”.

Mazzarri aveva dichiarato non fosse possibile fare rivoluzioni a gennaio, mentre De Laurentiis ha dichiarato, successivamente, quattro colpi nel mercato di gennaio. Dov’è, dunque, la verità? “La verità, come in tutte le cose, sta sempre nel mezzo. Tuttavia, non vedo quale rivoluzione possa fare De Laurentiis. Non si possono acquistare giocatori tanto per acquistarli, ma al Napoli servono giocatori che possano cambiare il tasso qualitativo. Quali sono, a gennaio, i calciatori che possono permettere di cambiare il tasso qualitativo del Napoli? Samardzic è un ottimo giocatore, un acquisto importante, ma mi chiedo se possa cambiare gli equilibri. La responsabilità di giocare a Udine è una cosa, quella di giocare a Napoli è un’altra…”.

Esce Elmas ed entra Samardzic: il Napoli ci guadagna? “E’ un giocatore completamente diverso, capace di giocare alle spalle della punta così come la mezzala. È capace anche di ricoprire il ruolo di seconda punta, anche se il modulo dei partenopei non lo richiede. Il bianconero può garantire maggiore qualità al Napoli, anche se deve migliorare nella continuità”.

Il Cholito riesce sempre a garantire qualcosa alla squadra quando viene chiamato in causa. Tuttavia, non sembra mai essere la prima scelta degli allenatori in assenza di Osimhen. A lui viene sempre preferito Raspadori, come mai? “Quando ti appiccicano una etichetta addosso è sempre difficile. Prima se la toglie, meglio è! Sembra sempre il bravo ragazzo che possa far bene anche quindici o cinque minuti. Stravedo per lui, è uno che dà sempre tutto quando viene schierato. Inoltre, nell’ultimo anno da titolare ha saputo realizzare diciotto gol. Ha nel sangue il carattere da lottatore del padre. È logico che, quando hai davanti un calciatore come Osimhen, fai fatica. Tuttavia, sono uno di quelli che ritiene debba giocare lui in assenza del nigeriano”.

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