Un giovane attore racconta il caos del film sul quarto Scudetto del Napoli, tra lacrime e sughi schizzati #Napoli #Scudetto #CalcioItalia #RecitazioneSulCampo
Un ragazzino di 16 anni, entrato per sbaglio nel mondo della recitazione grazie a una maestra ficcanaso, si è ritrovato a dirigere un film sul trionfo calcistico di Napoli. Non è roba da tutti, eh? Specialmente per un napoletano che probabilmente ha più passione per il pallone che per le telecamere. Ma andiamo dritti al punto, senza troppi giri di parole: lui ha cavalcato quell’opportunità unica come se fosse un goal all’ultimo minuto.
“Io sono un semplice ragazzo di 16 anni che ha iniziato la propria carriera da attore semplicemente per caso, per merito di un provino che ho fatto grazie alla mia maestra di scuole elementari. Ho sfruttato quel treno che passa una sola volta nella vita”, ha dichiarato l’attore. Girare il film sul quarto Scudetto? Beh, è stato un inferno, con due finali possibili: uno da favola e uno di scorta per non fare brutta figura. Immaginatevi la pressione, con la testa piena di dubbi mentre il Napoli combatteva in campo.
“Questo è stato uno dei film più difficili da girare, perché avevamo a disposizione due finali: uno meraviglioso con la vittoria e un altro sempre bello, ma che avremmo utilizzato se non avremmo vinto. Tutto questo mi faceva avere molti pensieri per la testa perché la voglia di raccontare la vittoria ed entrare nella storia era grandissima, infatti al triplice fischio di Napoli-Cagliari ho pianto tantissimo.” Poi c’è stata quella chiamata dal presidente, che lo ha lasciato a bocca aperta. Non tutti i giorni un big del calcio ti fa i complimenti per un film, soprattutto se sei solo un adolescente con più sogni che esperienza.
“Quando mi avvisarono che a breve avrei ricevuto una chiamata dal presidente non potevo crederci, mi ha riempito di complimenti per il film Napoli – New York e ho accettato subito di fare il film.” L’incontro di persona? Un classico disastro napoletano: si è sporcato la maglia con il sugo delle polpette prima di entrare in tribuna, perché diamine, chi può resistere a un buon piatto? Ma il presidente si è rivelato simpatico come un vecchio zio chiacchierone, capace di sciogliere anche il più teso dei ragazzini.
“Sì, ci siamo visti il giorno di Napoli-Empoli in tribuna d’onore dove io e mio padre non eravamo mai stati. Poco prima di incontrare il presidente, mi sono anche sporcato la maglia con il sugo delle polpette da buon napoletano, ma ho coperto tutto con il giubbotto. Ero teso nell’idea di parlare con il presidente poi conoscendolo è stato fin da subito davvero molto simpatico e disponibile, quando lui parla ti apre la mente.” Confrontando i due Scudetti, questo attore non ha peli sulla lingua: uno gli è rimasto nel cuore per via del film, ma l’altro ha quel sapore di attesa che sa di vero dramma sportivo.
“Quello di quest’anno non potrò mai dimenticarlo per via del film, anche se a volte registravamo proprio durante le partite e non potevo vederle, ma aldilà di tutto quello di Spalletti è stato magico, l’atmosfera e l’attesa erano diverse perchè non si vinceva da tanto tempo e per questo mi è piaciuto maggiormente quello di Spalletti”. Infine, guardando al futuro, questo giovane ottimista non si trattiene: prevede una stagione da urlo per la squadra, con ambizioni che potrebbero far storcere il naso a più di un rivale.
“Sono sicuro che il Napoli farà una grande stagione con il mago Conte così lo chiamo, ma io ho un sogno che si chiama Triplete, è difficile, ma possiamo farcela”. In un mondo del calcio dove tutti parlano di trionfi, questo racconto un po’ sgangherato ricorda che dietro le coppe ci sono storie umane – e qualche macchia di sugo – che rendono il gioco ancora più divertente.