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Allegri al Milan: “Puntiamo alla Champions, ma Napoli è inarrivabile e le altre 8 si illudono!”

#AllegriCaricaIlMilan: L’allenatore rossonero parla schietto prima del debutto in Serie A, con ambizioni da non prendere sottogamba. #MilanCremonese #SerieA

Massimiliano Allegri, tornato in panchina dopo un anno di pausa, non le manda a dire in conferenza stampa alla vigilia della prima giornata di Serie A contro la Cremonese. L’allenatore del Milan si è focalizzato sulla necessità di un gruppo solido e affamato, senza troppi giri di parole, come se volesse rammentare che nel calcio non ci sono scorciatoie per i deboli.

“Domani iniziamo la stagione: è una partita importante e c’è molta curiosità, anche da parte mia perché rientro in panchina dopo un anno. I tifosi sono importanti, siamo contenti dell’affetto ricevuto contro il Bari: tutti insieme dobbiamo iniziare un percorso che ci deve portare a marzo in una posizione ottimale di classifica, perché è a marzo che si decide la stagione e ci dobbiamo arrivare nelle migliori condizioni. Sono molto contento del gruppo, sia dal punto di vista tecnico che morale: il gruppo sta diventando una squadra. Domani partita complicata, difficile: le prime partite di campionato sono sempre le più difficili, perché la condizione non è ottimale e c’è il mercato aperto. Bisognerà essere centrati. Le squadre di Nicola sono sempre rognose, stringono gli spazi, ci vorrà pazienza”.

Quando gli chiedono se è più sorpreso o preoccupato dall’estate appena trascorsa, Allegri taglia corto con un realismo brutale: non si può accontentare di mezze misure. “Bisogna sempre puntare al massimo degli obiettivi, perché solo attraverso la motivazione il lavoro cresce. Il campionato è una crociera, si deve andare sempre alla stessa velocità. Ci saranno momenti belli – speriamo tanti – e momenti difficili che andranno gestiti. L’equilibrio deve regnare all’interno del Milan. L’obiettivo è giocare la Champions, senza porci limiti”.

Sul tipo di Milan che vuole costruire, è chiaro: niente fronzoli, solo fatti sul campo. “Deve essere una squadra. Serve rispetto di tutti gli avversari, la vittoria va conquistata sul campo. Non ho linee guida, ma cose normali del calcio: quando hai la palla devi fare gol, quando non ce l’hai devi saper difendere. Perché è la differenza reti che conta”.

Allegri non si nasconde sulle priorità, elencando le rivali con un tocco di cinismo che ricorda come nel calcio italiano non ci sia spazio per i perdenti. “Favoriti o non favoriti… Ci sono otto squadre e di solito la favorita è chi vince il campionato precedente, poi c’è l’Inter, la Roma, la Fiorentina, la Juventus, la Lazio. Ci siamo anche noi. Bisogna essere molto bravi nel lavoro quotidiano, mantenendo l’equilibrio. Poi non è questione di difesa a tre o quattro, ma di caratteristiche di giocatori: se metto un altro al posto di Tomori quarto basso, avrò più spinta. Ma si può giocare in vari modi”.

Sull’operato della società in sede di mercato, l’allenatore è soddisfatto ma realista, sapendo che le parole contano poco senza risultati. “La società ha fatto un buon lavoro sul mercato, sia in entrata che in uscita. Sono arrivati giocatori giovani, di grande prospetto e qualità. C’è condivisione sugli obiettivi per la squadra. La società è attenta e vigile. Mancano ancora dieci giorni di mercato. Ma poi oggi l’importante è la partita. Sono molto contento di tutti i ragazzi che ho a disposizione”.

Parlando di Luka Modric, Allegri non si trattiene nel lodare il talento, ma con un’ironia che ammette i limiti dell’età senza pietismi. “Parlare tecnicamente di Modric non c’è bisogno di parlarne… Lo dimostra la carriera. Gioca più la palla d’esterno che d’interno e lo fanno in pochi. È un ragazzo con grande umiltà. Non può avere la fisicità di 10 anni, ma insieme lo gestiremo al meglio. Sta molto bene a livello fisico”.

Sul suo stato d’animo, Allegri è diretto: lasciare la Juve non è stato un dramma, e ora è pronto a rimettersi in gioco, anche se con un po’ di quel cinismo che solo un veterano può sfoggiare. “Non è stato un addio difficile alla Juve, perché ho lasciato vincendo. Ho entusiasmo, faccio questo lavoro con grande passione e sono molto contento. Domani è un problema: è un anno che son fermo e non so come mi comporterò. Speriamo di non fare troppi danni…”.

Quando gli chiedono se il Milan può replicare il successo del Napoli della scorsa stagione, risponde con un pragmatismo rude: non è l’allenatore a fare miracoli, ma il club nel suo insieme. “Non è che c’è Allegri e il Milan vince. Bisogna lavorare insieme. Io ho imparato una cosa: nelle grandi società, non conta l’allenatore, ma conta il club. Conta la storia del club, che va rispettata in tutti i sensi. E bisogna sentirne addosso la responsabilità. Si deve lavorare per non sbagliare, questo ti alza l’attenzione e la tensione. Il Milan, che è sopra tutto e sopra tutti, deve tornare in Champions l’anno prossimo”.

Sulle questioni difensive e sul modulo, Allegri mantiene un approccio pratico, senza illusioni. “Sono tranquillo e sereno. De Winter e Tomori possono giocare a destra, c’è anche Jimenez, Akhetame. Sono molto sereno. L’importante è stare tutti bene”. E sul sistema di gioco: “Al momento, avevamo Leao, Pulisic e Saelemaekers davanti. Poi che siano più vicini o lontani, in qualche modo li mettiamo in campo. Sono molto contento di come si sta comportando Gimenez, speriamo che domani riesca a tenere tutta la partita”.

Per il centrocampo, è tutto in bilico, con scelte che dipendono dalla forma: “Oggi deciderò su Modric se titolare o gara in corso. Loftus e Fofana hanno tecnica e fisicità: a fine anno, devono aver fatto minimo 15 gol”. Su Rafa Leao, poche parole: “Non ce ne sono, sta bene e speriamo di averlo a Lecce altrimenti lo vedremo dopo la sosta”.

Infine, Allegri chiude con un monito schietto, ricordando che nel calcio le parole volano via come foglie al vento. “Le chiacchiere le porta via il vento e le biciclette i livornesi. Bisogna far parlare il campo. Ci sono giocatori forti e scarsi, si può migliorare o peggiorare. Nel calcio si deve saper gestire bene l’imprevisto. Per tanti anni ho iniziato con una idea in testa e poi l’ho cambiata. L’anno scorso sono successe tante cose, so che si deve migliorare”.

Allegri emerge come un tattico senza fronzoli, pronto a navigare le tempeste del campionato con l’equilibrio che solo chi ha visto di tutto può mantenere. La stagione rossonera parte con ambizioni alte, ma sa bene che sul campo non ci sono scorciatoie per i deboli.

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