Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, durante un’intervista a DAZN ha commentato la situazione attuale del club bianconero.
Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di DAZN e ha analizzato la sua esperienza: “L’accoglienza nel 2014? Fantastica, sono arrivato a Vinovo con Andrea Agnelli e non sapevo se i tifosi fossero felici o delusi del mio arrivo (ride ndr). Ero così convinto della qualità e della forza della squadra che ero sereno. Lo spogliatoio? Un luogo sacro e meraviglioso. Ricordo ancora la prima volta che ci sono entrato nel 2014. La seconda partita di campionato l’abbiamo vinta a Verona contro il Chievo con un gol di Caceres di testa e la seconda partita era in casa contro l’Udinese, abbiamo vinto per 2-0 con gol di Tevez e Marchisio. Da lì sono iniziati i miei otto anni interrotti dai due anni di pausa”.
Poi il ritorno nel 2021 dopo Sarri e Pirlo: “Sono tornato con un preciso piano. In questi due anni in cui la Juve non ha vinto trofei, pensavo che sarebbe stato più semplice. Sono rimasti solo 3 portieri e 7 giocatori di movimento. Secondo me abbiamo fatto un buon lavoro, l’obiettivo era rinnovare la squadra. Quest’anno sono arrivati sette giovani giocatori, abbiamo ridotto gli stipendi e aumentato il valore della squadra. La Juventus ha il suo destino nelle sue mani per i prossimi anni. Sono tornato perché era una sfida. Dopo cinque anni ho lasciato una squadra che ha fatto la storia. Ho commesso l’errore di presumere che saremmo tornati a vincere subito. Era una sfida personale. Sono rimasto deluso dopo Juve-Ajax, ma nel calcio non si può sempre vincere o perdere. Concentrarsi sugli obiettivi di crescita sì e per questo sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni”.
Sulle critiche: “Le accetto e le apprezzo. L’anno scorso abbiamo vissuto una situazione surreale e dall’esterno, senza conoscere completamente la situazione interna, è più facile criticare e giudicare. A Empoli, dieci minuti prima della partita, ci è stata comunicata la notizia che ci sarebbero stati sottratti 10 punti, una decisione definitiva.
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Le lacrime a Udine: “Dal di fuori possono sembrare di ghiaccio, ma in realtà sono come una pozza, mi emoziono facilmente. A volte, quando guardo un film con mio figlio la sera, mi commuovo, piango. Sono molto emotivo, ma nel lavoro devo mantenermi distante. A Orlando ho incontrato Matuidi, ci siamo abbracciati e mi sono commosso. La squadra? Alla fine di ogni stagione, facciamo una valutazione e gli allenatori danno indicazioni allo staff. Avevamo una squadra con caratteristiche diverse, quest’anno dobbiamo correre più degli altri, lavorare sui giocatori e sull’intensità della squadra. Alla Juve non bisogna essere spensierati, ma concentrarsi sull’obiettivo. Di Maria? Un giocatore eccezionale, la palla andava dove gli altri non si aspettavano. Dovevamo giocare al suo ritmo, ma non tutti avevano le sue qualità”.
Sul mercato: “Siamo soddisfatti come siamo, non abbiamo bisogno di nessuno. Abbiamo Vlahovic che proviene da una stagione difficile e può solo migliorare. Chiesa è tornato dopo un infortunio ed è un giocatore nuovo. Non dimentichiamo che Dusan è arrivato con molte responsabilità e pressioni che neanche lui poteva immaginare. Arrivava dalla Fiorentina e si aspettava di portare la Juve sulle spalle, ma ha solo 23 anni. Dobbiamo dargli tempo per crescere. Dusan ha un incredibile talento nel segnare gol. Deve migliorare nel gioco di squadra. Può darci un grande aiuto, lui stesso lo sa e penso che quest’anno stia migliorando perché si sente meglio fisicamente”.
Infine, su Giuntoli: “Si è adattato bene, avevamo bisogno di una figura come la sua. È arrivato in un ambiente nuovo, complicato e impegnativo come la Juventus, che appartiene a una famiglia con uno stile e un modo di lavorare ben definiti”.

