Allegri impone il pugno di ferro al Milan: regole ferree per un team da urlo! #ACMilan #Allegri #SerieA
Il Corriere della Sera approfondisce le strategie del Milan sotto la guida di Allegri, rivelando le rigide regole che l’allenatore ha imposto alla squadra fin dal suo ritorno, a undici anni dalla prima avventura con i rossoneri. Queste direttive, che stanno dando i loro frutti, mirano a ricreare un ambiente disciplinato e coeso, trasformando la quotidianità dei giocatori in un vero e proprio regime tattico.
Tra le novità spicca la tavola quadrata a Milanello, pensata per evitare la formazione di gruppetti isolati. Fino a poco tempo fa, i calciatori si sparpagliavano su più tavoli, creando divisioni che non favorivano l’unità del gruppo. Ora, con questa disposizione, tutti sono costretti a condividere lo spazio, promuovendo un’interazione forzata che Allegri vede come essenziale per il gioco.
Un’altra regola chiave è l’obbligo di parlare italiano, una scelta che riecheggia anche le idee di Ibrahimovic. “Se non parli italiano, come fai a capire gli avversari o l’arbitro?” Questa norma, un po’ retro e nazionalista, punisce chi osa esprimersi in inglese o altre lingue, ribadendo che nel calcio italiano si gioca duro e si parla la lingua del paese, punto e basta.
Non da meno è il nuovo dress code imposto dal «conte Max», che richiede a giocatori, magazzinieri e persino cuochi di presentarsi in trasferta con giacca e cravatta. Si tratta di un richiamo al vecchio Milan, quello dell’epoca d’oro berlusconiana, dove l’eleganza era sacra e ogni dettaglio contava per proiettare un’immagine di classe e superiorità. In un mondo di shorts e tute, Allegri riporta in auge lo stile formale, magari con un tocco di snobismo che fa storcere il naso ai più moderni.