Allegri rompe il silenzio po
Di Lorenzo a muso duro: “Gol rapido ha guidato la partita, squadra unita dopo la sconfitta”
Marianucci: “Sognavo un esordio da star, ma è stato un flop, e va bene per crescere”
Rabiot: “Al Milan è stato duro, ma felice di tornare alla Juve”
Juan Jesus: “Uniti nelle vittorie e sconfitte, o finiamo ultimi tra gli sconfitti”
st-partita: emozioni e ambizioni rossonere #Milan #SerieA #ChampionsLeague
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Dopo la gara contro il Napoli, Massimiliano Allegri si è presentato in conferenza stampa allo Stadio Meazza di Milano, dove ha dovuto affrontare le solite domande noiose della stampa, senza tanti giri di parole. Il tecnico rossonero, sempre con quel suo modo diretto che qualche volta fa storcere il naso, ha parlato di prestazione, squadra e obiettivi, senza peli sulla lingua.
La domanda iniziale verteva sulla partita appena giocata. “Ora avvertono il pericolo giusto. Il primo tempo è stato tecnicamente valido da entrambe le parti, poi nella ripresa il rigore ci ha messo in 10, ma abbiamo difeso molto bene, siamo stati molto bravi. Chi è entrato ha dato una mano. Era un test importante, contro un Napoli veramente forte”. Insomma, Allegri non si è risparmiato nel dare credito agli avversari, ma ha anche ribadito quanto i suoi siano stati tosti, come se volesse dire: “Noi non ci arrendiamo così facilmente, eh?”
Passando allo stato della squadra, il mister ha toccato corde più pragmatiche, sempre con quel tocco di realismo che fa sembrare tutto un po’ più crudo. “Questa squadra ha dei giocatori tecnicamente molto validi. Abbiamo ancora Leao in ritardo di condizione, anzi ha giocato anche troppo anche a causa delle necessità della partita. Abbiamo alternative valide. L’importante è che l’obiettivo di ognuno di noi sia comune: giocare la Champions l’anno prossimo. Ora godersi la vittoria, ma poi torniamo a lavorare da domani”. Qui, tra le righe, si sente quel suo stile schietto, come a ricordare che nel calcio non ci sono eroi, solo sudore e risultati.
Quando gli è stato chiesto della prossima settimana, che qualcuno ha definito “speciale”, Allegri ha risposto con la sua tipica freddezza. “Speciale no, perché devo preparare la partita. Sarà sicuramente una partita in cui proverò emozione, ci ho passato 8 anni lì”. Niente romanticismi esagerati: è chiaro che per lui è solo un’altra sfida, anche se con un po’ di nostalgia che non ammette apertamente.
Sulle favorite per il titolo, il tecnico non ha esitato, confermando la sua posizione senza tanti complimenti. “Assolutamente sì, anche perché è la detentrice dello Scudetto. Noi dobbiamo lavorare passo dopo passo per migliorare. I nostri due giovani, Bartesaghi e Atekhame, cresceranno molto: la società mi ha messo a disposizione giocatori di caratura internazionale che aiutano i più giovani”. È come se stesse dicendo: “Bravi loro, ma noi ci facciamo i fatti nostri e cresciamo i nostri talenti, senza invidie”.
Sul gruppo e le ambizioni, Allegri ha descritto una squadra motivata, con un approccio che sa di vecchio calcio, dove si lavora sodo senza fronzoli. “Ho trovato un gruppo di ragazzi che ha voglia di fare e di lavorare, che sa benissimo che l’obiettivo è tornare in Champions. Per arrivarci mancano ancora 64 punti per arrivare in Champions, quindi bisogna piano piano viaggiare, con calma, gustandoci la vittoria, ma senza esaltarsi troppo”. Parole che suonano come un avvertimento: non festeggiare troppo, altrimenti si finisce per fare figuracce.
Infine, sulle responsabilità al Milan e sul singolo giocatore, come Fofana, il discorso è stato diretto e senza illusioni. “Quando giochi al Milan la responsabilità ce l’hai per forza. Il nostro obiettivo è arrivare a marzo per giocarci le nostre chance”. E su Fofana: “Fofana ha qualità importanti, credo possa arrivare migliorare ancora in fase realizzativa”. Allegri non elogia per compiacere; è tutto calcolato, come sempre, in un mondo dove il calcio è affari e non storie da bar.
In sintesi, la conferenza di Allegri è stata un mix di realismo e motivazione, un reminder che nel calcio italiano, tra alti e bassi, si deve sempre tenere i piedi per terra, senza troppi sentimentalismi che rallentano la strada verso i grandi obiettivi.