Carlo Alvino, riconosciuto giornalista sportivo, ha rilasciato dichiarazioni accese durante la trasmissione ‘Terzo Tempo Calcio Napoli’, su Televomero. Al centro della discussione, la controversa coreografia allo stadio di Firenze in occasione di una partita con la Juventus. “La coreografia che ha fatto discutere, quella dello stadio di Firenze dedicata alla Juve, mi dà l’occasione di stigmatizzare la Giustizia Sportiva che è ingiustizia sportiva,” ha affermato Alvino.
Alvino ha ulteriormente criticato la discrepanza nelle sanzioni inflitte dalla Giustizia Sportiva, evidenziando quanto le pene pecuniarie sembrino a volte inconsistenti rispetto alla gravità percepita degli atti. “10 mila euro puoi inneggiare l’eruzione del Vesuvio, 50 mila euro per quella coreografia,” sono le parole di Alvino che mettono in luce quello che ritiene un evidente doppio standard nel trattamento delle infrazioni.
Il commento del giornalista sottolinea come certi atteggiamenti e cori, che richiamano momenti storicamente dolorosi o sensibili, non ricevano un adeguato peso nel giudizio degli organi sportivi. “La giustizia mi sembra una bancarella del…” chiude Alvino, lasciando intendere una percezione di approssimazione e disorganizzazione nel sistema punitivo del calcio italiano.
Alvino contro la Giustizia Sportiva: “Perché insulti razzisti a Napoli valgono meno di un ‘Juve me*da’?”
Carlo Alvino, giornalista, ha parlato nel corso di ‘Terzo Tempo Calcio Napoli’, trasmissione in onda su Televomero: “La coreografia che ha fatto discutere, quella dello stadio di Firenze dedicata alla Juve, mi dà l’occasione di stigmatizzare la Giustizia Sportiva che è ingiustizia sportiva, lanciare dei cori ed esporre striscioni che ricorda il colera valgono meno per la Giustizia di una coreografia dove il termine Juventus mi balza solo agli occhi. 10 mila euro puoi inneggiare l’eruzione del Vesuvio, 50 mila euro per quella coreografia. La giustizia mi sembra una bancarella del…
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