Nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata al settimanale Oggi, Anna Pavignano, ex compagna e sceneggiatrice di Massimo Troisi, ha svelato aspetti poco conosciuti della vita e della carriera dell’indimenticato attore e regista italiano, a 30 anni dalla sua prematura scomparsa. Pavignano ha toccato temi delicati e intimi, raccontando dettagli sul periodo finale della vita di Troisi e sulle sue ultime decisioni professionali.
La determinazione di completare “Il Postino”
Anna Pavignano ha evidenziato come Massimo Troisi fosse determinato nel voler portare a termine il film “Il Postino” prima dell’intervento chirurgico programmato a Londra. Nonostante le avversità e le preoccupazioni per la sua salute, Troisi si era imposto ritmi di lavoro serrati per completare il progetto cinematografico. La sua determinazione nel portare a termine “Il Postino” prima dell’operazione testimonia la sua passione e dedizione al mondo del cinema.
La complessa sfida della salute
Nel 1993, l’attore italiano aveva affrontato un delicato controllo della sua valvola al titanio a Houston, che aveva avuto esiti negativi. Questa esperienza aveva profondamente influenzato Troisi, portandolo a prendere la decisione di sottoporsi all’operazione necessaria a cuore aperto senza lasciare nulla di incompiuto. Pavignano ha sottolineato come Troisi cercasse di affrontare la sfida della salute con la mente libera da pensieri e progetti in sospeso, convinto che fosse la scelta migliore per il suo benessere.
Anna Pavignano ha rivelato come Massimo Troisi fosse mosso da una profonda determinazione nel completare i progetti che aveva a cuore, nonostante le difficoltà e le avversità incontrate lungo il cammino. La sua passione per il cinema e la sua dedizione al lavoro lo hanno reso un’icona del cinema italiano, lasciando un’eredità artistica indelebile nel panorama cinematografico nazionale e internazionale.