Behrami e Dzemaili non le mandano a dire: gli ex del Napoli criticano Jorginho e la sua fragilità fisica! Due leggende azzurre come Valon Behrami e Blerim Dzemaili hanno parlato chiaro a RSI Sport, mettendo in discussione le qualità del loro ex compagno. Niente mezze misure, solo critiche schiette dal cuore del calcio che conta. #Napoli #ExAzzurri #JorginhoCriticato
Ai microfoni di RSI Sport, i due ex centrocampisti svizzeri del Napoli, Valon Behrami e Blerim Dzemaili, hanno espresso le loro perplessità sull’ex compagno Jorginho, focalizzandosi in particolare sulla sua fragilità fisica. Dzemaili, in una classifica personale dei centrocampisti con cui ha giocato, ha posizionato Jorginho solo al quinto posto, dietro a Xhaka, Behrami, Freuler e Inler.
"Non vedevo tutte queste qualità in Jorginho per aver fatto quella carriera." Questa dichiarazione di Dzemaili sintetizza un velo di scetticismo: per lui, le prestazioni di Jorginho non sembravano giustificare il successo ottenuto, evidenziando come il talento percepito non always matches the big stage achievements, un colpo al cuore per chi ricorda i bei tempi a Napoli.
Behrami è intervenuto con una riflessione più dettagliata, basata sulle esperienze condivise in allenamento. Ha descritto le differenze fisiche e tattiche che emergevano nei confronti diretti, notando come Jorginho abbia poi trovato il contesto ideale per brillare.
"Quando io e Blerim ci guardavamo in allenamento quando c’era Jorgihno, lui aveva questa forza fisica, si metteva avanti col fisico, col corpo se lo rigirava su sè stesso, perché poi era il periodo che Jorginho giocava e noi un po’ meno. E lui diceva: ‘Ma tu hai visto che me lo metto sopra come uno zaino? Non capisco come gioca lui’. Lui ha questa idea di Jorginho perché in allenamento, nel confronto diretto, c’era troppa differenza tra loro. Dopo, Jorginho ha intelligenza tattica, modo di muoversi, ha trovato anche l’allenatore giusto. Ha fatto una carriera superiore a quella che magari meritava. Si sono incastrati dei modi di giocare, [rimosso parte per fedeltà], lo scambio con l’Arsenal, te lo ritrovi perché vuoi un palleggiatore. Poi è sempre questione di sensazioni, chi soffrivo di più e chi di meno. Perché magari lo soffrivo meno, in aggressione se non aveva un appoggio gliela prendevi sempre perchè fisicamente crollava, anche sulla sua pressione. Poi era bravo quando arrivavi in pressione, si appoggiava e ti toglieva il tempo. Ma se dovevo andare sul contrasto fisico, il più facile a cui togliere il pallone, il più facile ad andare ad affrontare era Jorginho, obiettivamente. Poi quando entri in un contesto forte come Chelsea o Arsenal, ti ruba l’occhio e dici: ‘Cavolo, sta giocando bene’. Si ma perché anche noi a Napoli giocavamo molto meglio di quando Blerim giocava a Torino ed io a Genova, perché è un altro contesto." In questa lunga riflessione, Behrami sottolinea come le debolezze fisiche di Jorginho fossero evidenti nei duelli diretti, ma ammette che il contesto giusto – come Chelsea o Arsenal – lo abbia elevato, rendendo la sua carriera un mix di fortuna e tattica; è una critica onesta, un po’ spietata, che fa pensare: magari a Napoli non era pronto, e i tifosi se lo ricorderanno bene nei momenti chiave.
In sintesi, le parole di Behrami e Dzemaili offrono uno sguardo crudo sul calcio di un tempo, ricordando ai tifosi del Napoli che non tutti i talenti resistono al fuoco della competizione. Una critica che, per quanto schietta, non toglie il valore di quei anni azzurri, ma sottolinea come la fragilità possa fare la differenza tra un buon giocatore e una leggenda.