Ex allenatore del Napoli non si trattiene sul declino del calcio italiano e difende un collega. #Napoli #CalcioItaliano #IntervistaEsclusiva
In una recente intervista al quotidiano Il Mattino, l’ex allenatore del Napoli Ottavio Bianchi ha espresso opinioni taglienti sulla situazione attuale del calcio. Senza peli sulla lingua, Bianchi ha descritto il Napoli come una squadra pronta a fare la differenza in Europa, ma ha anche puntato il dito contro il contesto italiano, che ormai conta poco rispetto al passato.
“Il Napoli sarà protagonista anche in Europa perché si è attrezzato per essere competitivo. Certo, bisogna poi prendere atto della realtà del calcio italiano. Negli anni ‘80 la serie A era il campionato top: da Maradona a Platini, venivano tutti a giocare qui. Adesso l’Italia si trova in quinta fascia dopo Inghilterra, Spagna, Francia e Germania”.
Passando a un confronto con altri allenatori, Bianchi ha commentato i paragoni fatti con un collega nella sua prima stagione, dove entrambi sono stati lodati per il loro rigore nel perseguire i trofei. Il tono dell’ex tecnico è stato schietto, quasi irriverente verso chi giudica solo dai risultati.
“Mi spiace per Conte se hanno fatto questi paragoni… Io non sono abituato a giudicare un allenatore dal numero delle vittorie, che nel caso di Conte sono pure tante. Perché talvolta un insuccesso può essere causato da un dettaglio. Invece, quello che conta, almeno ai miei occhi, è il segno che si lascia in un club. E dovunque sia andato Conte ha dimostrato la sua serietà e la sua bravura, sostenute dal lavoro della società. Perché c’è poco da fare: puoi essere il migliore pilota al mondo ma se non hai l’auto giusta… L’esempio può essere la Ferrari, magari in grado di vincere un gran premio ma non il Mondiale. Invece, il Napoli è attrezzato per vincere il Mondiale, non solo la gara su un circuito. Con un pilota bravo”.
In sintesi, le parole di Bianchi evidenziano un calcio italiano che ha perso smalto, ma anche il rispetto per chi, come il collega menzionato, sa lasciare un’eredità duratura nel gioco. Un’analisi che, senza mezzi termini, mette in luce le sfide e le realtà aspre di questo sport.