Quando un pezzo di storia parla: Bianchi non le manda a dire su Napoli e il calcio moderno #Napoli #Calcio #Bianchi #SerieA
Ottavio Bianchi, il mito che ha portato il Napoli a vincere il suo primo scudetto, non ha perso occasione per far sentire la sua voce durante un’intervista a Radio Goal. Con piglio severo e uno sguardo acuto sul calcio contemporaneo, Bianchi ha sparato a zero su vari aspetti del mondo pallonaro.
Con una schiettezza che non ammette repliche, ha detto in modo chiaro e diretto che “il calcio di oggi non è più quello di una volta”. Il focus dell’ex allenatore si è concentrato sul modo in cui il gioco è cambiato e su come alcuni protagonisti si comportano, sottolineando che la professionalità sembra spesso un optional in tempi moderni. Juric e la lite con Lookman: “Uguale a De Bruyne con Conte”. Ma dai, allenatore, che paragone stiracchiato!
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Bianchi ha inoltre toccato la questione del Napoli, dicendo che questa squadra “ha bisogno di ritrovare il carattere e la fame di un tempo” per tornare competitiva ai livelli che i tifosi azzurri meritano. Secondo lui, "la squadra sembra aver perso quella fame che spingeva a dare il massimo ogni partita".
Un pensiero infine anche sulla gestione tecnica e sulle aspettative: “Non basta solo il talento, serve soprattutto la testa e la voglia di soffrire per vincere”. Un messaggio chiaro, che sottolinea come nel calcio moderno il cuore e il carattere siano spesso messi in secondo piano rispetto alle doti tecniche.
Queste parole arrivano come una scossa: un invito a risvegliarsi da un torpore che rischia di ingabbiare una squadra che ha fatto la storia, ma non deve accontentarsi di viverla solo di rendita.

