Ottavio Bianchi e il suo affetto per Napoli: un’occhiata irriverente al passato
Ottavio Bianchi, l’ex allenatore che ha segnato la storia del calcio napoletano, non le manda a dire sulla sua città preferita. In un’intervista riportata in prima pagina da un quotidiano locale, Bianchi dipinge Napoli come un luogo che evolve, ma con un tocco di nostalgia che sa di vecchio marcio. Non è roba da santi, ma chissenefrega del politically correct quando si parla di ricordi calcistici.
Nell’edizione odierna, “La mia Napoli 40 anni dopo: un gioiello”. La città che cambia / Parla l’allenatore del primo scudetto campeggia come un pugno in un occhio, ricordandoci che il calcio non è solo trofei, ma anche storie di città che cambiano – o almeno così dice lui, con quel misto di orgoglio e cinismo tipico dei vecchi lupi.
Questa riflessione di Bianchi non fa che confermare quanto il calcio italiano sia un casino di emozioni contrastanti, dove i ricordi brillanti si mischiano al presente un po’ sgangherato. Con parole dirette e senza peli sulla lingua, l’intervista resta un classico esempio di come il passato possa essere un’arma a doppio taglio, soprattutto per chi ha vinto sul campo.