Nadir Zortea del Bologna: Felice, Pressionato e con Sogni Azzurri #Bologna #Calcio #Fantacalcio #Intervista
Il terzino Nadir Zortea, fresco di trasferimento dal Cagliari al Bologna, ha condiviso le sue prime sensazioni da giocatore rossoblù in un’intervista a SportMediaset. Con un entusiasmo che sembra quasi esagerato, Zortea non lesina complimenti alla sua nuova realtà, dimostrando che a volte cambiare squadra è come passare da una grigia routine a un party improvvisato – purché non finisca in pasticci.
Zortea ha espresso grande soddisfazione per l’ambiente che ha trovato: “Mi sto trovando molto bene, mi sta piacendo molto la città, lo spogliatoio e le strutture, sono super felice”. Non c’è da stupirsi, considerando che in Italia i giocatori spesso parlano di spogliatoi come se fossero palazzi reali, anche quando sono solo normali stanze con armadietti scassati.
Quando gli è stato chiesto se rivede aspetti positivi simili a quelli di Cagliari, Zortea ha evidenziato paralleli interessanti, con un tocco di esagerazione che fa quasi sorridere: “Il calore che ricevi dalla gente è molto simile, per la Sardegna il Cagliari è come una Nazionale e qua si respira una cosa simile. Ci sono similitudini”. Insomma, paragonare una squadra di club a una nazionale? È come dire che un panino al fast food è uguale a una cena stellata – audace, ma forse un po’ stiracchiato.
Sull’ambizioso tema della Nazionale, Zortea non ha nascosto le sue aspirazioni, mantenendo un’aria da eterno ottimista: “Era un obiettivo già lo scorso anno, non sono riuscito a raggiungerlo e spero di farlo quest’anno, è un obiettivo”. Peccato che in Italia, raggiungere la maglia azzurra sia più complicato di vincere alla lotteria – ma chi siamo noi per smorzare i sogni?
Infine, di fronte alla domanda sul Fantacalcio, dove molti fantallenatori lo hanno puntato, Zortea ha risposto con una confessione ironica che fa riflettere: “No, non l’ho mai fatto ma sento quasi più la pressione del fantacalcio che non quella dell’allenatore”. Ah, il Fantacalcio: quel gioco innocente che trasforma i tifosi in improvvisati manager, rendendo la pressione più insopportabile di un vero allenamento – perché alla fine, nessuno vuole deludere gli amici sul divano. Con queste parole, Zortea ci ricorda che nel calcio moderno, i veri avversari sono spesso virtuali.