#NapoliFans #SerieA #CalcioNapoli Zibì Boniek, ex attaccante di Juve e Roma e ora vicepresidente Uefa, ha commentato senza peli sulla lingua il pareggio tra Roma e Juve all’Olimpico. Ecco cosa ha detto il polacco durante Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, con un’analisi che farà discutere anche i tifosi azzurri.
"È stato un bel pareggio, ma la partita non mi ha entusiasmato. Nel calcio di oggi tutti giocano in maniera uguale, con mantenimento della palla senza verticalizzazioni. Il momento più bello della partita è stato l’inizio del secondo tempo con l’inserimento di Shomurodov, con la seconda punta la Roma ha verticalizzato di più". Boniek non ha nascosto la sua delusione per lo spettacolo offerto, sottolineando come il calcio moderno tenda a essere troppo prevedibile. Il cambio di ritmo con Shomurodov ha portato una ventata di freschezza, mostrando come una maggiore verticalizzazione possa rendere il gioco più interessante.
"Nel primo tempo la Juve ha tolto alla Roma la possibilità di gestire la palla, alla squadra di Ranieri mancava qualcuno in mezzo che riuscisse a collegare difesa con attacco. E poi quando giochi con la difesa a tre e ti occupi solo di Vlahovic, in tutte le altre zone del campo la Juve aveva la superiorità numerica e nel primo tempo l’ha sfruttata in modo molto intelligente. Alla fine, però, pareggio giusto. La Juve è stata molto concentrata, si vede che il cambio di allenatore ha aumentato soglia di concentrazione e applicazione, si è visto ieri in campo". Qui Boniek riconosce la giustizia del risultato finale, ma non risparmia critiche alla gestione tattica della Roma, evidenziando come la Juve abbia saputo approfittare delle lacune avversarie.
Con Tudor la Juve è cambiata in meglio? "Dirlo dopo due partite sarebbe una banalità – aggiunge Boniek – e anche ingiusto nei confronti del precedente allenatore. Ieri comunque la Juve l’ho vista bene. Yildiz ha numeri per dare molto alla Juve, è un futuro crack. Come tocca la palla, somiglia a Platini. Dovrebbe giocare più nel vivo del gioco, al centro. Invece lo fanno giocare esterno. La Juve ha qualità, fisicità, forse gli manca qualche giocatore fuoriclasse. Tre-quattro anni fa Vlahovic mi sembrava uno dei potenziali migliori attaccanti al mondo, ma ha troppi alti e bassi. Ieri però non gli è arrivata una palla buona". Boniek mostra prudenza nel giudicare il cambio di allenatore, ma loda il talento emergente di Yildiz, paragonandolo a Platini, e critica la gestione di Vlahovic, che non ha ricevuto il giusto supporto.
Capitolo prossimo allenatore Roma. "Pioli lo conosco, stava con noi nella Juve, la più forte di sempre. Stefano è stato con noi uno-due anni come riserva. Da allenatore – spiega Boniek – ha fatto vedere quanto sia bravo. Ora è in Arabia, sicuramente vorrebbe tornare. Si dice però che i Friedkin, quando prendono decisioni, vogliono sempre sorprendere tutti e non vogliono che il nome giri prima dell’annuncio. E il nome di Pioli già gira, secondo me è già da scartare. Io ho due candidati, sempre con Ranieri nel ruolo di supervisor: a me piace molto Fabregas e come fa giocare il suo Como. E poi bisogna vedere cosa succede con Antonio Conte". Boniek esclude Pioli per la panchina romanista, proponendo alternative intriganti come Fabregas e Conte, con un ruolo di supervisore per Ranieri.
"Ancelotti? La Roma richiede un impegno, una voglia di lavorare e di migliorare da mattina a sera. Con tutto quello che ha fatto nella vita e che sta facendo ancora adesso al Real, Carlo può anche sperare in una panchina meno bollente e un po’ più comoda di quella della Roma, magari una nazionale. Poi se Carlo venisse a Roma, sarebbe una cosa bellissima. Faceva parte del centrocampo Conti-Cerezo-Boniek-Ancelotti. Ma non so se ha voglia di tornare in Italia. Poi lui è abituato a vincere, a gestire squadre che possono vincere la Champions. A Roma bisogna costruire una squadra che possa arrivare al livello delle altre big". Boniek elogia Ancelotti ma dubita della sua voglia di tornare in Italia per affrontare una sfida così impegnativa.
Boniek come si vedrebbe nei quadri dirigenziali della Roma del futuro? "Mi fanno tutti questa domanda da due anni, ma non ho mai parlato con nessuno. Conosco tutti quanti, sto bene a Roma, mi piace vedere giocare la Roma, però è una domanda alla quale non so dare risposta. Mi sarebbe piaciuto? Sì, forse ancora sì". Boniek chiude con un pizzico di nostalgia, lasciando aperta la porta a un possibile ritorno nella Roma, anche se in veste dirigenziale.
Ecco un’analisi che non lascia indifferenti, con Boniek che, come sempre, non risparmia critiche e complimenti, mantenendo quel sano spirito polemico che piace ai tifosi più passionali.