Gigi Buffon, precedente estremo difensore della squadra nazionale italiana ed attualmente leader di rappresentanza, ha rilasciato alcune affermazioni in una conferenza stampa.
Gianluigi Buffon da alcune settimane è il nuovo leader di rappresentanza della selezione nazionale italiana. Oggi, dalle stanze per la stampa di Coverciano, sono arrivate le prime sue affermazioni ufficiali in una conferenza stampa. Ecco alcuni estratti: “Vialli eredità gravosa? Il ricordo è enorme e stupendo, avevamo un rapporto straordinario al di fuori del campo. Scambiavamo costantemente le maglie, c’era una condivisione totale e devo dire che sarebbe un errore pensare di raggiungere velocemente il suo livello. Ciascuno di noi ha un proprio passato, un percorso, è in grado di dare delle risposte che da giovane non ti riescono a dare. Provarci a venire qui cercando di emulare un Vialli sarebbe scorretto, non sarei abbastanza competente. Cercherò di assumere la stessa identità che ho sempre avuto e che è il motivo per cui qualcuno mi ha apprezzato”.
In seguito ha aggiunto: “Sono nato e cresciuto ammirando Paolo Rossi, Zoff, gli azzurri del 1982 oltre ai racconti di mio padre. Pertanto, per me, la prima volta che ho visto Riva, è stata come contemplare un monumento. Puoi aiutare i giovani in questo modo, oltre ad avere una selezione nazionale meravigliosa e vincente”.
Successivamente sul confronto con Zoff: “Io sono l’ultimo che può e vuole reagire a queste questioni… Per me non ha senso, sono una persona sportiva e sono estremamente felice di ciò che ho dato e ricevuto. Zoff rimane un portiere di riferimento nella storia italiana, non ci sono dubbi. Sono stato una persona felice e ciò mi ha soddisfatto appieno”.
Su Spalletti: “L’Italia può sentirsi inferiore agli altri? Non percepisco questo rischio, malgrado alti e bassi che storicamente abbiamo vissuto.
Leggi di più su
Calcio
Potrebbe interessarti
Su Bonucci: “Abbiamo avuto contatti questa estate, devo ora inviargli anche un messaggio dopo il suo arrivo all’Union Berlino. Ha fatto una scelta ponderata, lui è abituato a combattere e a raggiungere obiettivi lottando anche quando ci sono difficoltà. È qualcosa che va riconosciuto affrontando questa ultima sfida con i disagi del caso, perché magari non era completamente felice di concludere in questo modo eppure ha deciso di non arrendersi e questo è un insegnamento importante. Per quanto riguarda la selezione nazionale, sono l’ultimo che può dirlo perché sono appena tornato e non ho nemmeno la competenza per farlo”.
Su Mancini: “Cosa volete che vi dica… Il presidente e il commissario tecnico hanno già parlato, è una scelta inaspettata alla quale però la Federazione ha dato risposte molto rapide e convincenti. Questa è la cosa più importante per il mondo azzurro”.
Infine, ancora su Spalletti: “Mi lascia senza parole, perché dovrei intervenire ogni tanto… Ma bisogna parlare quando ci sono delle mancanze, quando qualcosa non è stato detto ed è meglio ripresentarlo. Devo dire che la completezza del ragionamento del tecnico mi porta a non aggiungere altro, sarebbe solo una ripetizione e un appesantimento di qualcosa che è già stato detto da lui. Con un tecnico del genere penso che dovrò parlare poco”.