Cagliari in modalità risparmio: Giulini spara a zero sul mercato e sui rischi del pallone moderno
Cari tifosi del Cagliari, il presidente Tommaso Giulini non ha peli sulla lingua nella sua ultima conferenza stampa: ha difeso a spada tratta la scelta di trattenere Pisacane, chiamando le cose con il loro nome e senza tanti giri di parole. "Era il momento giusto per Pisacane, non potevamo permetterci di perderlo: è un passo importante per valorizzare la nostra identità e i nostri giovani. Poi la scelta è mia e ci sono sempre i fucili puntati. Ma questo valeva anche per le scelte di Ranieri e Nicola: se va male è colpa di chi sceglie. Ma spesso, quando va bene, si dimentica la responsabilità della scelta". In pratica, Giulini ammette che nel calcio di oggi, se sbagli, ti sparano addosso, e se vinci, nessuno ti ringrazia – un bel mondo, eh?
Nel discorso, non ha risparmiato i saluti ai partenti: ha ringraziato l’ex allenatore Nicola e il dirigente Bonato, etichettandolo come "il re del mercato invernale" anche se non vedeva eye-to-eye sul progetto, e ha congedato Augello, Viola, Jankto e Palomino. Insomma, un po’ di pulizia in casa rossoblù, perché nel calcio moderno, se non tagli i rami secchi, finisci con l’affogare nei debiti.
Parlando dei cambiamenti del pallone, Giulini è stato brutale: "Il calcio è drasticamente cambiato tra costi che salgono, Arabia, fondi stranieri – ha detto Giulini -, piazze con proprietà italiane come Cagliari e Lecce devono imparare a sbagliare sempre di meno: non deve mai morire il sogno di fare qualcosa in più. Anche noi vogliamo avvicinarci a esempi di successo come Atalanta e Bologna, ma non vogliamo nemmeno illudere nessuno". Tradotto: con tutti questi fondi arabi che comprano tutto, le squadre italiane come noi devono smettere di fare cavolate, altrimenti finiamo a fare la fine di chi promette miracoli e poi si ritrova in Serie B. Sui tre giocatori riscattati, Caprile, Piccoli e Adopo, ha ammesso di averci sudato sopra: "ci abbiamo lavorato tanto, qualche operazione in uscita la dovremmo fare ma vogliano costruire una squadra che faccia una stagione importante. Un’operazione che mi ha impegnato anche con garanzie personali. Ma per ora non ci sono stati nuovi soci. Quello è un discorso che sarà fatto più avanti, magari se queste deadline sullo stadio saranno reali: allora ci potrebbe essere un’accelerazione di queste chiacchierate. Ventiquattro soggetti hanno avuto approcci con noi per investimenti. Ma noi vogliamo affidabilità".
Non pago, Giulini ha ribadito il suo impegno personale: "Vogliamo dare un certo tipo di messaggio – ha detto ancora il presidente del Cagliari – questi riscatti sono un impegno della società e mio personale. Non voglio parlare scaramanticamente di asticella sollevata perché quando lo abbiamo fatto è andata bene solo all’inizio. Ma come ha fatto il Barcellona? Ha puntato sulla cantera". Insomma, nessun baratto di talenti per lui – "Non faccio trading di giocatori, non è mia consuetudine – ha detto- tutti e tre hanno bisogno di un altro anno importante per confermarsi e diventare protagonisti. Poi se dovessero arrivare offerte irrinunciabili e i giocatori vogliono andare via…". Un approccio che suona come "li tengo, a meno che non piova soldi dal cielo", e chissenefrega del resto.
Sul fronte gioco, Giulini spera che l’arrivo di Pisacane lanci i giovani: "Il calcio di Pisacane? Spero possa lanciare e confermare i giovani, dare più minuti a Felici e Gaetano. Ma anche Veroli, Cavuoti, Prati. Sul modulo e sul modo di giocare saranno i tecnici a spiegare tutto". Per lo stadio e il nuovo DS Angelozzi, ha chiuso con un mix di frustrazione e ottimismo: "Stadio? ‘Un po’ di frustrazione ma i passaggi sono molto chiari, ora la strada è segnata. Stiamo lavorando anche per ampliare il numero dei soci’. Il ds Angelozzi? ‘Serviva un profilo di grande esperienza. Era già richiesto da due società di serie A’". Alla fine, tra alti e bassi, il Cagliari prova a navigare in acque torbide senza affondare. Chi vivrà, vedrà.