Gigi Cagni spara a zero sugli allenatori e il centrocampo del Napoli #FiorentinaNapoli #SerieA #Calcio
Gigi Cagni, un veterano del calcio, ha condiviso le sue opinioni schiette durante un intervento a Radio Marte, focalizzandosi sulla sfida tra Fiorentina e Napoli. Senza peli sulla lingua, l’ex allenatore ha sottolineato l’importanza delle tattiche in campo, criticando implicitamente le strategie avversarie mentre esalta le qualità del Napoli. È un’analisi che non risparmia nessuno, con un tocco di realismo brutale su chi domina e chi no.
“In Fiorentina-Napoli saranno importanti le mosse dei due allenatori, bravi e preparati. Pioli conosce Conte, il primo sa che il Napoli è più forte, cercherà di fare cose, porre rimedi, guardando l’avversario, provando altrimenti cambia. Nel Napoli manca l’attaccante centrale, vedremo quando si integrerà Hojlund, ma nel frattempo c’è Lucca.”
Cagni non si ferma qui, passando a un confronto diretto tra le rose delle squadre. Con un tono che non evita di smontare i presunti giganti del calcio, mette in evidenza la superiorità del centrocampo napoletano rispetto a quello dell’Inter, dipingendo un quadro dove i nerazzurri dipendono troppo da un singolo giocatore. È una critica che sa di provocazione, ricordandoci come nel calcio, a volte, un eroe non basta.
“La verità è che il centrocampo che ha il Napoli non ce l’ha nessuno, neanche l’Inter. Il destino dei nerazzurri è troppo legato a Calhanoglu. Certo, c’è anche Barella che è forte ma non è un leader, è uno che inventa, il turco decide, e lo fa insieme al fenomeno che è Mktharyan, l’andamento della partita. De Bruyne ha 34 anni, non è paragonabile agli altri 40enni che sono arrivati in serie A, a parte Modric che è l’unico che viaggia a certi livelli pur avendo quell’età”.
In sintesi, l’analisi di Cagni offre uno sguardo crudo e senza fronzoli sul mondo del calcio italiano, dove le scelte tattiche e i singoli giocatori possono fare la differenza, ricordandoci che non tutti i campioni invecchiano allo stesso modo. È un reminder che nel gioco, la verità è spesso più spietata delle statistiche.