#CairoNonMandaASchifoSulCalcio: Il Boss Del Torino Spara AZero Sul Festival EAltro! #TorinoFC #AdrenalinaPura #Ibrahimovic
Urbano Cairo, il presidente del Torino, non si è risparmiato nel dire pane al pane durante la presentazione del Festival dello Sport a Milano. Con un tono che sa di vecchio brontolone del calcio, ha definito l’evento un must: “E’ diventato un appuntamento importante ed atteso, siamo all’ottava edizione e quest’anno si chiamerà ‘Adrenalina pura’ quindi un messaggio positivo e stimolante. In una città come Trento arriveranno un numero di campioni incredibile, è una grande gioia. Velasco? Personaggio straordinario, l’ho conosciuto tanti anni fa e ogni volta che lo ascolti riesci a tirar fuori qualcosa di speciale, non c’è da stupirsi che poi ottenga questi risultati eccezionali”.
Quando gli hanno chiesto se potrebbe far parlare Velasco ai suoi giocatori, Cairo ha risposto con quel classico scetticismo da dirigente navigato: “Lui nel calcio ha provato per due volte se non erro, ma non ha avuto il successo che ha ottenuto nella pallavolo. Perché no? Potrebbe essere una opportunità, magari la terza volta gli va bene”. Insomma, un po’ come dire “provaci, chissà se stavolta non fai fiasco”.
Sul match Milan-Como a Perth, il capo del Torino non ha peli sulla lingua e lo stronca senza pietà: “Non condivido… noi dobbiamo avvicinare i tifosi alle squadre, rendere gli stadi più accoglienti. Il fatto di andare a giocare a Perth non la vedo una cosa utile”. Tradotto: questi voli intercontinentali sono solo una buffonata per fare scena, quando basterebbe tenere i piedi per terra.
Parlando di Ibrahimovic, Cairo si è lasciato andare a elogi da fan sfegatato: “E’ un grande personaggio che ha dato un grande contribuito al mondo del calcio e dello sport in generale per la sua capacità di superare i limiti ed essere quasi immortale. A quasi 40 anni ha è tornato al Milan e ha dato grandi contribuiti ad una squadra che poi ha vinto il campionato. Un personaggio con una mentalità straordinaria”. Peccato che sembri un po’ troppo l’ennesimo discorso sdolcinato su un vecchio leone del pallone.
Tornando agli obiettivi del Torino, Cairo ammette di volere più grinta in campo, con un tocco di cinismo manageriale: “Sicuramente sì, abbiamo fatto investimenti significativi e messo in rosa giocatori qualitativi che hanno un grande potenziale, anche se l’anno scorso hanno avuto meno minuti. Abbiamo preso un mister nel quale io ho grande fiducia, è evidente che l’obiettivo è fare dei passi in avanti. Dichiararli oggi è velleitario, noi dobbiamo lavorare per fare tutti insieme un passo in avanti. Simeone? Sì ma non solo lui, in Casadei crediamo molto ma anche Ngonge, Anjorin, Aboukhlal”. In pratica, soldi spesi e speranze alte, ma senza quelle solite chiacchiere da ottimisti cronici.
Sui possibili nuovi arrivi dagli svincolati, è stato diretto e un po’ spietato: “Con tutto il rispetto, svincolati no. Uno svincolato ora che arriva e si mette in forma passano 2-3 mesi, se vai sugli svincolati vuol dire che hai sbagliato prima. Noi abbiamo fatto le cose giuste e nel modo migliore”. Chiaro messaggio: no ai ripieghi dell’ultimo minuto, solo affari fatti come si deve.
Su Gattuso come CT della Nazionale, Cairo ha dato il suo OK con un pizzico di sarcasmo: “Non abbiamo pensato a lui per il Torino, non c’è mai stata l’opportunità. E’ stato un giocatore ed è un allenatore di grande temperamento: ha dato energia ed adrenalina alla Nazionale, poi è evidente che c’è anche l’organizzazione difensiva che conta e sicuramente la starà studiando”. Un tipo tosto, insomma, ma chissà se basterà per non farci sfigurare.
Infine, sul calendario e i playoff per i Mondiali, Cairo preferisce non fasciarsi la testa: “Dobbiamo cercare di fare tutto quello che serve affinché Gattuso sia nelle condizioni migliori per preparare al meglio le partite. Io non penso ai playoff, ci sono ancora tante partite davanti, tipo la sfida contro la Norvegia. Aspettiamo a parlare di playoff, cerchiamo di evitarli”. Meglio concentrarsi sul presente, senza piangersi addosso per quello che potrebbe venire. In fondo, nel calcio, l’adrenalina vera è saper gestire il casino senza troppi drammi.