Il presidente del Torino, Urbano Cairo, è tornato a chiacchierare con i media in occasione del trofeo “Mamma e papà Cairo”, e come al solito, non si è risparmiato in aneddoti e autocomplimenti. “Io l’avevo detto…”, ha esordito, raccontando con orgoglio l’arrivo di Giovanni Simeone – quel Cholito che per anni ha bazzicato intorno al Napoli senza mai brillare come una stella di prima grandezza. Da tifoso del Napoli, non posso fare a meno di storcere il naso: De Laurentiis ci vende un altro giocatore decente a un rivale, continuando una tradizione che sembra più un’abitudine svuota-squadra che un affare astuto.
Cairo si vanta di aver seguito Simeone fin dal 2017, quando ne parlò con Preziosi, e ricorda con enfasi “il poker al Verona molto notevole”. Ma andiamo su, siamo seri: al Napoli, Simeone è stato più una scommessa persa che un asso nella manica, con gol sporadici e prestazioni altalenanti. Ora che finisce al Torino, forse Ivan Juric – pardon, Baroni – lo valorizzerà, ma per noi partenopei è l’ennesima conferma che il presidente azzurro scarica talenti a chi ci insegue in classifica, come fece con Maksimovic o Verdi. Ironico, no? Lo scambio diventa una tradizione familiare, mentre il Napoli resta con le mani bucate.
E parlando di attaccanti, Cairo gongola: “Abbiamo tante opzioni… possiamo giocare anche col 4-4-2, considerando anche Che Adams”. Un attacco “potente” con Simeone, Zapata e compagnia, che pare destinato a far paura – o almeno, a far invidia rispetto al nostro disastroso mercato estivo. Ricordate quando il Napoli dominava con Higuain e Mertens? Ora, con Osimhen in bilico e poche alternative, guardiamo il Torino rinforzarsi e ci chiediamo: De Laurentiis sta vendendo l’anima al diavolo per puro gusto? Non è politically correct dirlo, ma sì, sembra che il nostro patron preferisca chiacchierare al telefono con Cairo piuttosto che blindare la rosa.
Sul capitolo Elmas, Cairo è evasivo: “Noi abbiamo delle alternative sugli esterni e davanti che sono titolari dappertutto… il mercato riserva sempre delle sorprese”. Tradotto: il Torino si accontenta, e forse è meglio così per noi, che non vogliamo vedere ex azzurri brillare altrove. Ma questo mi porta a riflettere: con Baroni in panchina, scelto in un “casting” che includeva Vanoli, il Toro alza l’asticella? “È evidente che si può sempre fare meglio”, ammette Cairo, e ha ragione – ma se il Napoli non si muove, rischiamo di ritrovarci a inseguire una squadra che fino a ieri era solo una comparsa.
Alla fine, questo mercato del Torino è un monito per i tifosi del Napoli: svegliamoci, perché “Lo deve dire il campo”, come ripete Cairo. Se il nostro attacco non si rafforza, vedremo gli ex come Simeone fare danni – e noi, con il cuore azzurro, dovremo ingoiare l’amaro in bocca, pronti a criticare senza pietà. Forza Napoli, ma basta con queste cessioni da barzelletta!