“Il calcio non ha avuto un centesimo di aiuto dallo Stato. Avendo avuto dei problemi enormi, tant’è vero che le perdite sono aumentate in maniera esponenziale. Oggi ce la siamo cantata e suonata però poi devi uscire da qui con un piano preciso per ristrutturare il calcio, per riformare il calcio e deve esserci un aiuto da tutte le componenti”. Lo ha detto il presidente del Torino Urbano Cairo, al termine dell’incontro tra Figc e Lega A sulla riforma del calcio italiano.
“I calciatori non hanno avuto nessun tipo di penalizzazione, anzi i loro ingaggi sono aumentati. Lo Stato deve dare anche al calcio un aiuto, visto che il calcio impiega centinaia di migliaia di persone e ha delle contribuzioni all’erario di un miliardo trecento milioni all’anno più tutto quello che era alle scommesse”, ha aggiunto.
“Dobbiamo fare un progetto complessivo di riforma del sistema calcistico. Probabilmente in Italia si è visto che ci sono troppe società professionistiche. Siamo a cento. Quando in tutti gli altri paesi siamo a livelli molto minori, cioè la Spagna ne ha la metà, anche la Francia. L’unica che ha numeri paragonabili a noi è l’Inghilterra ma ha valori di diritti che sono tre volte. Quindi anche lì dobbiamo intervenire, ci deve essere disponibilità da parte di tutti. La serie A è quella che mantiene tutto il calcio”, ha proseguito.
“I costi aumentano e vanno tutti a vantaggio di fatto dei calciatori e degli allenatori e i ricavi diminuiscono ma in questo modo si perdono un sacco di soldi e non si riesce e l’attività non è più sostenibile e questo è un problema veramente molto grosso”, ha concluso Cairo.