Paolo De Paola ha affrontato il tema delle scommesse nel calcio e ha sottolineato la presenza di un filone malavitoso che merita indagini approfondite.
Nel suo editoriale su Sportitalia, Paolo De Paola ha evidenziato come la vicenda delle scommesse non riguardi solo il calcio, ma rappresenti uno spaccato della società italiana nel suo complesso. De Paola ha criticato l’ipocrisia di coloro che mostrano odio verso un mondo considerato “ricco e arrogante” e che colgono l’occasione per etichettare i giovani come ludopatici, senza considerare i disagi sociali generati dalla recente pandemia. Il giornalista ha inoltre sottolineato la presenza di teorie del complotto che immaginano partite truccate e raggiri nei confronti delle squadre tifate. Questa ipocrisia, secondo De Paola, verrà presto dimenticata una volta che il pallone tornerà a rotolare sul campo. Le condanne saranno dimenticate e le accuse verranno smorzate da difese accuratamente studiate.
Tuttavia, secondo De Paola, è fondamentale approfondire il fenomeno delle scommesse nel calcio e capire il suo impatto sociale. Non si tratta solo di giovani viziati, ma di persone che spesso vivono situazioni di sofferenza. Inoltre, il giornalista ha sottolineato la presenza di un filone malavitoso che merita un’attenta indagine. Si tratta di un aspetto che da tempo si cerca di indagare ma che spesso si è arenato. Il business delle scommesse nel calcio è enorme, con introiti mancati per lo Stato stimati oltre i 25 miliardi di euro. Questo è il punto cruciale che non bisogna trascurare e che va oltre la condanna di singoli giocatori appartenenti a squadre rivali.
Paolo De Paola ha concluso il suo editoriale affermando che non si può essere certi che tutti i calciatori abbiano scommesso sul loro sport e ancora di più non si può affermare che abbiano puntato su partite in cui erano coinvolti personalmente. Quindi un atteggiamento di presunzione e una conoscenza superficiale della vicenda non aiuta a comprendere realmente ciò che accade.
Fonte: areanapoli.it
