12 misure cautelari e sequestri per quasi 1 milione di euro. Secondo l’Antimafia di Firenze, volevano riorganizzare la camorra nel settore tessile tra estorsioni, frodi fiscali e traffico di migranti #Camorra #ClanSarno #Firenze #Antimafia #Cronaca #Napoli
Da ex pentiti a registi di un nuovo progetto criminale. È questo lo scenario tracciato dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze che, al termine di una lunga indagine, ha disposto dodici misure cautelari nei confronti di esponenti di vertice del clan Sarno. Contestualmente, è scattato un maxi sequestro di beni e conti correnti per un valore complessivo di quasi un milione di euro.
Al centro dell’inchiesta – condotta dal GICO della Guardia di Finanza di Firenze – ci sono i fratelli Ciro, Vincenzo e Pasquale Sarno, il cugino Giuseppe e Antonio Sarno, figlio di Ciro. Tutti finiti in carcere. Cinque indagati sono agli arresti domiciliari, mentre per altri due è scattata l’interdizione dai pubblici uffici e dai ruoli direttivi nelle imprese per un anno.
Secondo l’ipotesi accusatoria, a partire dal 2022 i Sarno, facendo leva sul peso criminale storicamente detenuto a Ponticelli e nell’hinterland napoletano, avrebbero cercato di infiltrarsi nel settore economico toscano, a partire dal mercato degli scarti tessili. Gli inquirenti sostengono che, dopo essersi presentati a un imprenditore campano operante a Prato con la proposta di un’attività di trasporto rifiuti, avrebbero poi estorto – con minacce – circa 18.500 euro in cinque tranche tra dicembre 2022 e giugno 2023.
Gli uffici di un autonoleggio a Prato, secondo le Fiamme Gialle, rappresentavano il cuore operativo del gruppo: lì si organizzavano incontri, venivano gestite le operazioni economiche e venivano consegnati i contanti.
Ma non solo estorsioni. Il clan Sarno, secondo la Procura, si sarebbe inserito anche in un vasto sistema di frodi fiscali: grazie a una rete di “società cartiere”, gli indagati offrivano fatture false a imprenditori, anche cinesi con sede a Napoli, permettendo loro di evadere l’Iva e monetizzare i proventi. Parte del denaro veniva poi restituito in contanti, al netto di una provvigione, simulando pagamenti mai avvenuti.
L’inchiesta ha infine fatto luce su un presunto traffico di esseri umani: alcuni esponenti del clan, con la complicità di altri soggetti, avrebbero favorito l’ingresso illegale in Italia di una cinquantina di cittadini pakistani, destinati a lavorare in nero nel distretto tessile pratese. Il furgone con a bordo i migranti è stato però intercettato e bloccato dalla polizia croata prima del suo ingresso nel nostro Paese, nel luglio 2022.
Un’indagine che, ancora una volta, svela il tentativo di riorganizzazione del clan Sarno, capace – nonostante i numerosi pentimenti del passato – di tornare a macinare affari e a esercitare pressione criminale lontano da Napoli, puntando sulla Toscana come nuova terra di conquista.
Articolo pubblicato il giorno 21 Maggio 2025 – 06:49
Leggi le altre notizie di Cronache della Campania