Fabio Caressa non le manda a dire sul calcio italiano e oltre
Fabio Caressa, in una chiacchierata con la Gazzetta dello Sport, ha sparato chiaro sul declino del calcio italiano rispetto ai club stranieri, con un tono che non si preoccupa di addolcire la pillola. “La differenza tra le italiane e molti club stranieri c’è e purtroppo continua ad aumentare. Hanno altri budget e questo gap si può colmare solo tatticamente. Io però ho sempre fiducia nella capacità delle nostre squadre nei momenti più difficili”.
Quando si parla della Nazionale, Caressa non esita a puntare il dito sulla necessità di aggrapparsi a figure come Rino per ritrovare solidità, in un contesto che lui stesso definisce tutt’altro che roseo. “L’Italia deve aggrapparsi a quello che può darle Rino come compattezza, che si era un po’ persa. Ma la situazione non è per niente facile. Gattuso secondo me può ridare emozione alla Nazionale e noi le cose migliori le abbiamo fatte proprio quando siamo riusciti a toccare certe corde. Su questo Rino è l’uomo giusto”.
Sul caso Donnarumma, il suo discorso diventa ancora più diretto e critico verso le scelte puramente economiche nel mondo del calcio, senza peli sulla lingua. “Io l’ho sempre difeso perché credo sia il più forte portiere del mondo, però certe scelte di vita portano anche a un certo percorso di vita. Mi spiego: se fai scelte economiche, come quella di andare al Psg e non rimanere al Milan, lo stesso potranno fare i club che ti hanno acquistato. Da questo punto di vista non possiamo parlare di sentimenti… Molti giocatori si muovono in una direzione meramente economica, senza pensare ad arricchirsi come uomini e calciatori. Mi auguro che soprattutto i giovani capiscano che in questo modo mettono a repentaglio la loro felicità. Che poi mi chiedo, nella vita, se in banca hai 110 milioni o 140, ma che ti cambia??”. In fondo, le parole di Caressa lasciano spazio a una riflessione cruda sul business del pallone e su cosa davvero conti per un atleta.