“Sarebbe interessante parlare con i due arbitri, ma indubbiamente c’è stato un chiaro fallo di Bastoni su Duda, alla base del gol di Frattesi, poi convalidato. L’arbitro Fabbri, ben posizionato, non è intervenuto. Nasca al Var, di fronte a un chiaro e oggettivo errore, doveva intervenire, richiamare il collega e dire la sua”. Ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai Radio 1, l’ex arbitro e designatore Paolo Casarin commenta il caso arbitrale del finale di Inter-Verona, soffermandosi anche sul difficile rapporto tra arbitri e Var.
“Gli arbitri stanno attraversando un periodo di confusione con il Var, invece di semplificare le cose, le sta complicando. Bisogna tornare a un discorso semplice: l’arbitro può sbagliare o non vedere; il Var, avendo più informazioni a disposizione, deve chiarire e non può fare finta di niente. Poi l’arbitro deve prendere in considerazione questa eventuale correzione e decidere – ha aggiunto – Il Var sta riducendo gli errori di un tempo perché ha questa possibilità. Hojlund dalla Danimarca: “Anche un gol solo basta, ma segnare è il mio sport preferito!”
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Per Casarin “sono anni che adoperiamo questo mezzo per ridurre gli errori. Sorprende che queste contraddizioni sorgano dopo anni di applicazione in Italia e non solo. Questo deve far riflettere tutti sui ruoli. L’arbitro deve decidere sempre, deve continuare a fare l’arbitro, non aspettando che il Var intervenga – ha proseguito – Ricordo Lo Bello cosa disse una volta dopo che gli fu fatto vedere un intervento da rigore alla televisione: ‘Sì, ma voi avete la moviola’. Questo è il senso del Var”.
“Bisogna ridare all’arbitro la possibilità di rivedere. Poi ovviamente la tv ti fa vedere un punto di vista, come Irrati bisogna essere bravi a raccogliere le corrette informazioni al monitor e a passarle all’arbitro. Dobbiamo correggere gli arbitri. Ci deve essere meno presunzione, di maghi ce ne sono pochi col fischietto in bocca”.