Il rigore non dato all’Ucraina contro l’Italia? “Sulle prime ho pensato fosse netto, poi ho notato che Mudryk accentua la caduta, quel volo non può essere frutto del tocco di Cristante. Gil Manzano, dal campo, ha avuto una percezione più precisa dell’intensità. Per me il rigore dev’essere risarcimento, non regalo. L’arbitro non deve regalare, è una cosa che ho cercato di trasferire ai miei colleghi quando facevo il designatore. Il difensore con un fallo ha impedito all’avversario di segnare? Rigore. Il fatto è che non siamo ancora usciti dalla pandemia dei rigorini, ci vorrà molto tempo per aggiustare le cose. Bisogna tornare a un Calcio forte nel quale l’accentuazione di certe cadute, per non dire la simulazione, va bandita”. Parola di Paolo Casarin, 83 anni, uno dei decani degli arbitri intervistato dal Corriere dello Sport.
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“Il Calcio è uno sport da punteggio basso – continua – Nel 2017, secondo uno studio elaborato dall’Uefa, la media dei gol di un campionato top era di 2,6 a partita. Questa tendenza a voler aumentare il numero delle reti nel nome dello spettacolo produce effetti fallimentari”. Sul fallo di mano in area: “Da quando hanno abolito la volontarietà si moltiplicano le decisioni assurde. Porto un esempio elementare: il braccio colpito involontariamente dal pallone fa un movimento a rientrare. Se invece l’intenzione è quella di intervenire, la traiettoria del pallone è in avanti. Oggi il difensore è costretto ad assumere posture innaturali”.
Tutta colpa della tecnologia: “Una persona importantissima mi ha spiegato che tra qualche anno prenderà il posto dell’arbitro, una figura destinata a sparire. Io quel giorno non voglio esserci”. Contrario ad aumentare i tempi di gioco: “si gioca con due marce in meno e non ti dico le pause, le interruzioni”. Rocchi “sta formando giovani in gamba”.