Il ritorno di Elmas al Napoli? Un colpo di cuore che sa di nostalgia, ma occhio alle illusioni tattiche.
Umberto Chiariello, nel suo editoriale su Radio Crc, ha toccato corde profonde con queste parole: “Gli affetti sono tutto a Napoli. Se c’è uno strappo nel cuore con l’addio di Simeone e Raspadori, riecco Elmas, protagonista del primo scudetto con De Laurentiis con l’etichetta di dodicesimo uomo.” E ha ragione, tifosi: Elmas non è solo un ex giocatore, è un simbolo di quella fame vincente che ci ha fatto sognare. Ma non illudiamoci, è stato il dodicesimo uomo, non un titolare, e ripescarlo ora puzza di pezza per coprire buchi.
Chiariello continua: “Il Napoli come sesto centrocampista sta pensando a lui. La prospettiva è cambiata. Conte si sta rendendo conto che il 4-3-3 forse ha i giorni contati. Come si fa a rinunciare a De Bruyne con Anguissa, Lobotka e McTominay?” Qui, però, ironia della sorte: paragonare Elmas a un fenomeno come De Bruyne è come confondere un panino con la pizza fritta. Conte deve svegliarsi sul serio se crede che un 4-3-3 sia obsoleto; basta guardare il Milan o l’Inter per capire che la tradizione funziona, a meno che non vogliamo finire come la Juve nei suoi anni bui.
E poi, l’idea tattica: “L’idea è di riproporre il Napoli del girone di ritorno con De Bruyne sottopunta al posto di Raspadori. Gutierrez arriva e nell’attesa di Juanlu, ora l’obiettivo principale del Napoli è Elmas che può fare di nuovo il dodicesimo uomo…” Insomma, se Elmas torna per fare lo jolly tra trequartista e esterno, bene, ma non trasformiamolo in un salvatore. Ricordate i tempi di Hamsik? Lui sì che era irrinunciabile, non un ripiego. Se arrivasse Chiesa, poi, dovremmo tagliare Spinazzola? Politicamente scorretto o no, meglio dirlo: De Laurentiis rischia di fare un pasticcio se non taglia i nodi con decisione.
In sintesi, appassionati, Elmas potrebbe ridare un po’ di cuore a questa squadra, ma non basta per sognare in grande. Discutiamone: è romanticismo o un errore tattico? Forza Napoli, sempre!