Il caos del calcio moderno: bufale e incompetenza al potere #OsimhenGate #GiornalismoSportivo #CalcioReale
Il mondo del calcio è diventato un circo di errori e esagerazioni, dove i giornalisti sportivi spesso sparano cavolate senza basi solide, come nella storia delle carte su Osimhen. Umberto Chiariello, nel suo intervento, smonta questa farsa con un tocco di realismo crudo, evidenziando come l’incompetenza regni sovrana.
“Questa vicenda che riguarda le carte pubblicate da Repubblica sulla faccenda Osimhen ha assunto dimensioni tragicomiche, perché purtroppo il mondo giornalistico attuale sconta un’impreparazione di fondo che è spaventosa. Io mi rendo conto che una volta a parlare di calcio erano giornalisti sportivi e qualche intellettuale prestato allo sport e al calcio in particolare. Ricordo per esempio Mario Soldati, ricordo lo stesso Gianni Brecenale. Ricordo dei libri scritti da scrittori importanti riguardanti il mondo del calcio e che si prestavano discussioni sul calcio non da addetti ai lavori, ma da gente appassionata e informata dei fatti. Però una volta Ezio De Cesari del Corriere dello Sport, Gerarducci del Corriere della Sera, i vari inviati della Gazzetta dell’epoca, i famosi direttori Zanetti, i Palombo, ecc. Tolta l’eccezione di Ghirelli, che era un uomo a tutto tondo, che si occupava di politica, di sociologia, di storia, un grande intellettuale, sottosegretario anche alla Presidenza della Repubblica con Sandro Pertini, si occupavano di calcio e manco tanto. Perché poi il calcio dei nostri anni ruggenti era un calcio domestico. Gli stranieri erano quelli, quelli noti, quelli conosciuti, non c’era la globalizzazione. Il diciassettenne del Burkina Faso in odore di Chelsea non esisteva proprio. Il migliore africano che c’era era Abedì Pelé che giocava nell’Ascoli.”
Oggi, il calcio è un labirinto globale che richiede competenze serie, dalla analisi delle partite alla gestione finanziaria, e i giornalisti che non ci arrivano fanno solo figure da idioti. Chiariello ricorda come, ai suoi tempi, lo staff era ridotto all’osso – un allenatore, un medico e basta – eppure le squadre correvano come matti.
“Oggi i ragazzini ti danno la pariglia, devi essere informato, se no fai brutte figure. Le liste, le rose, cioè il calcio ha assunto una dimensione più globalizzata, più difficile, più complicata. Oggi devi stare al passo, devi conoscere i nuovi linguaggi, la match analyst, tutta una serie di cose che prima erano precluse, la preparazione atletica. Considerate che quando facevo io il calciatore dilettante, il Napoli lo allenava Vinicio. Vinicio faceva il preparatore atletico del Napoli, mica ce l’aveva il preparatore atletico, era lui. Rambone faceva lui la preparazione atletica, manco l’allenatore dei portieri c’avevano. Allenavano pure i portieri o si occupava il secondo Del Frati ad allenare i portieri. C’avevano giusto il primo allenatore, il secondo allenatore, il medico sportivo. Lo staff era questo: allenatore, secondo allenatore, medico sportivo e dirigente accompagnatore, tutto là. È un calcio a pane e pomodoro, pane pommarola, come si su dire, no? Eppure quel Napoli quanto correva mamma! E come correva e come aggrediva e come saliva! Però oggi è tutto diverso. Sono staff di 14 persone, 10 persone. C’è il nutrizionista, all’epoca era Vinicio che controllava l’alimentazione, anzi c’erano allenatori che avevano delle fisse incredibili sull’alimentazione, dedicavano la squadra. Io me lo ricordo che acchiappammo tra i dilettanti un allenatore c’aveva la fissa di non farci mangiare. Stavamo sbattendo a terra e abbiamo trovato una salumeria dove di nascosto ci andavamo a fare i panini col salame, quello ci metteva sulla bilancia e urlava in aramaico perché ingrassavamo invece che dimagrire, non riusciva a capire perché che lui ci affamava e noi andavamo in salumeria. Ma mica solo noi e quanti l’hanno fatto? Oggi no, il calcio è molto difficile e complicato. C’è il nutrizionista, ci sono i tattici, gli specialisti della difesa, delle palle inattive, uno staff e composito, preparatore atletico secondo, quello specializzato nei recuperi degli infortunati di preparatore dei portieri, vice-preparatore dei portieri, una roba che non finisce più, medici, contromedici, specialisti, ma uno staff è composto ormai di 30-40 persone. Diventare sportivi oggi è molto più difficile, c’è molta più documentazione in TV, vedi molte più partite e devi saperne molto di più, devi stare al passo. Ma la cosa grave, purtroppo, è che oggi è che oggi che succede? Che per fare il giornalista sportivo devi capirne di economia e di diritto. Se no dici fesserie clamorose. Devi essere capace di essere un analista di bilancio, devi capirne. Devi capire di filosofia gestionale economico-finanziaria e devi capirne di norme giuridiche, se no fai figuracce sulla vicenda Osimhen.”
Le cavolate sui dettagli legali di Osimhen fanno rivoltare lo stomaco: non ci sono intercettazioni vere, solo messaggi WhatsApp, e chi blabla di processi è solo un ciarlatano. Chiariello spara a zero su queste falsità, spiegando che si tratta di una semplice richiesta di rinvio a giudizio, non una condanna.
“Adesso cosa succede sulla vicenda Osimhen? Le fesserie che ho sentito mi fanno rivoltare nello stomaco. Si parla di intercettazioni, bufala, balla! Non ci sono intercettazioni. Non c’è mai stata un’intercettazione, perché l’indagine è stata fatta ex post a fatti accaduti. Non ci sono telefoni sotto controllo, non ci sono telefonate intercettate, non ci sono conversazioni telefoniche. Quindi quando sentite, leggete intercettazioni, si riferiscono alla trascrizione documentale del contenuto dei cellulari di Giuntoli, di Pompilio, di Chiavelli, di De Laurentiis relativi ai messaggi WhatsApp. Non sono intercettazioni. Quando parlano di De Laurentiis rinviato al giudizio, è una bugia, è una favola, è una sciocchezza! De Laurentiis in questo momento è oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio da parte dei PM della Repubblica della Procura della Repubblica di Roma, che stanno inquisendo, quindi stanno valutando di mandare a processo De Laurentiis e Chiavelli, che sono quelli che firmano, quindi coloro che hanno la responsabilità penale giuridica del Napoli per falso in bilancio. E solo per falso in bilancio, non per evasione d’iva, che il Napoli è stato assolto dalla procura di Napoli. Non per altro falso in bilancio, hanno chiuso le indagini e hanno fatto richiesta di rinvio a giudizio che non è automatica, passa per un’udienza preliminare, che è stata rinviata al 6 novembre. Sempre davanti al cosiddetto GUP, cioè il giudice per l’udienza preliminare, di fronte al quale gli avvocati del Napoli, Chiavelli hanno presentato le loro obiezioni, un bel fardello di documentazioni. E che se il giudice lo riterrà opportuno, se le parti lo riterranno opportuno, e se De Laurentiis vorrà, ascolterà gli interessati prima di decidere se mandare a giudizio i due o meno. Potrebbe anche archiviare e la cosa finisce lì. Ma qualora il GUP decidesse di rinviare a giudizio i due, non è che diventano colpevoli, diventano da indagati a imputati, per cui devono affrontare un processo che ricordiamo che non è un processo di prima istanza, ma è un processo che si conclude nelle tre fasi di giudizio, come vuole la Costituzione italiana. Da qui a sentir dire De Laurentis inviato a giudizio, ce ne corre un oceano di mezzo, altra inesattezza che vanno dicendo i giornalisti del Nord. Poi la balla delle balle, non si capisce perché Chiné tace. E che deve fare Chiné? Deve raccontare ai quattro angoli che ogni volta che riceve delle carte da una procura della Repubblica, ogni volta che le riceve cosa deve fare? Deve andare con coram populo a dire cosa? ‘Guardate, mi sono arrivate delle carte, ma non so buone’. Cioè, dovete fare questo ogni volta? Fatemi capire.
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Equiparare il Napoli alla Juventus è una barzelletta: là c’erano veri schemi loschi, qui solo operazioni normali, per quanto discutibili. Chiariello conclude con una critica tagliente al sistema delle plusvalenze, che resta un casino, ma non un crimine.
“‘Sono scudetti i tarocchi perché senza Osimhen il Napoli non l’avrebbe vinto e senza i soldi di Osimhen non avrebbe potuto comprare tutti quelli che ha comprato’. Ma voi state scherzando? Voi veramente volete far credere che una sola vicenda, tra l’altro neanche illegale, possa mai inficiare, come è accaduto nel caso della Juventus, che è talmente macroscopico che è stata pure salvata con un colpo di spugna nella manovra stipendi e manovre più che oscure, opache. Tutti i rapporti con le altre società hanno steso un velo pietoso per evitare che scoppiasse un bubbone infinito. Cioè, invece di ringraziare la Madonna di Pompei andarci a piedi al Santuario, oggi noi dobbiamo dire che noi siamo stati aiutati da Chiné, noi siamo stati graziati da Chiné. E che invece la Juve, poverina, poi chi ce l’avevano con Andrea Agnelli, che era contro i fondi e voleva fare la Superlega, è stata colpita e attaccata. Queste son favolette che si ammanniscono ai beoti. Il guaio è che lo fanno anche i giornalisti di grido, perché vogliono cavalcare delle battaglie di presunta giustizia, ma in realtà stiamo parlando di ascari del potere che non hanno la vergogna nell’aprire la bocca di quello che dicono. Equiparare una rapina alla Banca d’Italia ad una mela. Fosse neanche rubata, perché io non son manco convinto che esista un minimo reato nella vicenda Osimhen. È veramente vergognoso! Chiudo dicendo, sia chiaro, a me sto sistema di plusvalenze non mi piace. A me il fatto che i calciatori non possono avere un valore determinato non mi piace. Un criterio andrebbe trovato, un qualcosa andrebbe fatto e invece non si è fatto nulla. Sentite, ma c’ho l’anello al naso io o dopo aver presi i 10 punti di penalizzazione, la Juventus ha fatto l’operazione Douglas Luiz-Barrenechea,Illing Junior con l’Aston Villa? E questi due non sono mai andati all’Aston Villa, sono stati dirottati altrove? Illing Junior via Aston Villa si è trovato a fare la riserva a Bologna ed è scomparso dal giro. Valutati 25 milioni e il signor Douglas 51. E guardate caso, il presidente dell’Aston Villa è in affari con John Elkann, la mia è un’illazione, sono io il fetentone. È stata fatta dopo i 10 punti di penalizzazione, perché il lupo può perdere il pelo, ma non il vizio”.
In un mondo dove il calcio è intriso di ipocrisia, operazioni come quelle di Osimhen mostrano quanto il sistema sia marcio, ma non sempre illegale, lasciando i veri colpevoli a sgattaiolare via.