#ChiarielloAttacca: Il giornalista spara contro la protezione mediatica dei “intoccabili” del calcio, difendendo il Napoli post-Manchester e guardando al Pisa con ironia tagliente
Il giornalista Umberto Chiariello, in un intervento radiofonico, non le manda certo a dire sulla recente prestazione del Napoli. Con il suo stile diretto e critico, smonta le critiche gratuite e punta il dito contro i favoritismi mediatici che infestano il mondo del calcio. “Proporrei di archiviare definitivamente la partita di Manchester. Anche ieri sera mi hanno chiamato da Telelombardia per un commento e ho sentito gente sparare a zero su Antonio Conte come se non ci fosse un domani. Ora la vulgata tornata di moda è che Conte sia intoccabile, ma avete sbagliato palazzo. Sapete chi gode davvero della protezione della grande stampa? Gli ex milanisti dell’era Sacchi. Lì sì che i rapporti di potere sono enormi. Pensavo che Ancelotti fosse molto protetto mediaticamente, e lo è, con merito. Ma la protezione mediatica di cui gode Gattuso supera l’inverosimile. E voi chiamate Conte “piangina”, peggio di Mazzarri? Ma quello che riesce a fare Gattuso nel cercare protezione mediatica non l’ho mai visto fare a nessuno.”
Non si ferma qui: Chiariello difende le scelte tattiche del Napoli, liquidando le polemiche come sciocchezze inutili. “Adesso Conte sarebbe diventato l’iperprotetto, quello che non si può toccare. Ma Conte non ha sbagliato nulla. Ha fatto una cosa codificata: De Bruyne sapeva già di dover uscire, l’espulsione non è stata contestata nemmeno da lui. Criticare questo episodio significa cercare la lana caprina. Ho sentito dire che Conte è bravo in campionato ma non all’altezza in Europa, che il suo Napoli somiglia troppo alle sue squadre passate, che è pavido, che non ha un gioco europeo e che in Europa questo non paga. La verità l’ha detta uno al di sopra di ogni sospetto, che non è mai stato innamorato di Conte: Arrigo Sacchi ha dichiarato che “la squadra più europea che abbiamo in Italia è il Napoli”. Il mio amico Ciccio Troise, analista eccellente, il giorno dopo la partita mi ha dato ragione: ha rivisto i primi venti minuti e ha riconosciuto che il Napoli non aveva il baricentro basso, se l’era giocata. E non sapremo mai come sarebbe finita quella partita se Lorenzo non avesse mancato di dieci centimetri il pallone, che poi è costato l’espulsione – la prima dell’era Conte.”
Analizzando la gara, Chiariello minimizza gli alibi e ribadisce che l’episodio chiave ha distorto il risultato, ma non il valore della squadra. “Il Napoli ha fatto quello che doveva: giocarsela, resistere fino all’invenzione di Foden, soffrire fino all’ultimo minuto. E lo ha fatto. Una sconfitta pesante avrebbe avuto ripercussioni sulla mente dei calciatori e sull’ambiente. Invece, nonostante l’inferiorità numerica, il Napoli ha tenuto. L’espulsione? Discutibile quanto si vuole, ma c’è. Non c’è fallo né di Haaland né di altri. Non troviamo alibi inutili. L’arbitro? Non ha inciso. Ha fischiato poco, sette falli in totale: tre per il Napoli e quattro per il City. Non è un arbitro eccezionale, manca forse un giallo a Nico Gonzalez per la gomitata ad Anguissa, ma nulla di più.”
Guardando avanti, il giornalista è ottimista sul cammino in Champions, ma con un realismo spietato. “Ribadisco: questa partita è stata falsata da un episodio, ma non ridimensiona il Napoli. La sconfitta ci stava anche in undici contro undici, figuriamoci così. Dispiace solo non esserci potuti godere una bella partita, che stava venendo fuori. Nel mio personale tabellino, quando c’è stato il sorteggio, avevo messo in conto di perdere a Manchester. Pensavo: faremo sei partite, con tre vittorie in casa, e speriamo di ottenere almeno un pareggio e due vittorie in trasferta, che farebbero 15 punti. Se ne facciamo 17, passiamo direttamente agli ottavi. Le prossime partite diranno tutto. Ma attenzione: il Qarabag a Lisbona ha dimostrato di essere ostico, il Copenaghen ha pareggiato e stava vincendo contro il Leverkusen. Lo Sporting ha vinto facile, ha buone individualità. Nessuno va sottovalutato. Ma il Napoli può fare un grande percorso in Champions.” E con un tocco di provocazione, aggiunge: “Ci rivediamo alla fine del girone, e poi magari canterete il funerale a Conte in Europa. Per me è tutto prematuro. Anzi, quello che ho visto a Manchester mi ha confortato: il Napoli, anche in inferiorità numerica, contro i grandi se la gioca.”
Ora, lo sguardo si sposta al prossimo impegno, con Chiariello che smonta qualsiasi forma di sottovalutazione con sarcasmo tagliente. “Ora testa al Pisa. Sì, al Pisa. Qualcuno dirà: “Ma che squadretta…”. Non mi interessa. Abbiamo perso in casa contro lo Spezia con zero tiri subiti. Abbiamo perso con Empoli, con Venezia, con Lecce. Non sottovalutiamo nessuno. Gilardino non verrà a fare da sparring partner. Il Pisa non ha mai perso con distacco, ha fatto un grande campionato di B, ha morale, ha attaccanti interessanti. Giocheranno col pullman davanti alla porta? Può darsi. Conte farà turnover? Non lo so. Cambierà modulo? Giocheranno Lucca, Neres, Politano? Boh. Stavolta non ho certezze. Di sicuro, Di Lorenzo e De Bruyne giocheranno, visto che hanno riposato a Manchester. Il resto? Tutto da vedere.” Lui stesso ammette preferenze, ma ribadisce l’importanza della mentalità. “Io sarei curioso di vedere Neres e Noa Lang con Lucca davanti, un 4-3-3 con Gilmour in regia e De Bruyne-McTominay mezzali. Ma io non alleno. Posso esprimere preferenze, ma conta poco. Quello che conta davvero è che il Napoli mantenga mentalità e principi di gioco. Se ci sono, il gol e la vittoria arriveranno.”
Infine, con un affondo finale contro i critici, Chiariello chiude esprimendo fiducia assoluta. “Ma sapete perché sono tranquillo? Perché c’è Antonio Conte. È sul pezzo, e con lui lo è tutta la squadra. Non sono abbattuti dalla sconfitta di Manchester, vogliono continuare la corsa. Sono operai al tornio, pronti al lavoro, determinati. E chi continua a parlare e a criticare, sapete cosa sono? Tromboni sfiatati. Opachi, patetici, pittati e – soprattutto – molto patetici”. Con questa dose di realismo crudo, il Napoli guarda avanti, pronto a dimostrare il suo valore sul campo.