Chiesa dedica il gol a Jota e affonda la ex squadra nel suo debutto da sogno con il Liverpool
Federico Chiesa non ha perso tempo a rubare la scena nel trionfale esordio del Liverpool in Premier League, segnando un gol da cineteca e dedicandolo a chi non c’è più, con un tocco di sentimentalismo che fa tanto cinema. Subentrato al 82′, l’italiano ha capovolto la partita contro il Bournemouth, trasformando una vittoria per 4-2 in un momento personale di rivalsa.
“Dopo il gol, il primo pensiero è andato a Diogo (Jota, ndr), a suo fratello e alla sua famiglia. Voglio credere che da lassù mi abbia aiutato a spingere dentro quel pallone”, ha confessato Chiesa ai microfoni di Sky Sport, riferendosi alla tragica scomparsa di Diogo Jota e di suo fratello in un incidente avvenuto lo scorso 3 luglio. Un omaggio che suona come un pugno allo stomaco, ma che Chiesa ha usato per scrollarsi di dosso il fallimento della stagione precedente con i Reds.
Non pago di aver segnato il gol del sorpasso, Chiesa si è poi lasciato andare a un attacco nemmeno troppo velato contro la sua vecchia squadra, la Juventus, dipingendosi come il classico eroe trascurato. “Il gol mi ripaga del lavoro fatto. Sono arrivato in condizioni difficili perché non mi sono allenato con la Juve e questo mi ha penalizzato. Dopo un anno mi tolgo delle soddisfazioni”, ha sbottato, con un tono che sa di “ve l’avevo detto io”. Un modo diretto per dire che alcuni club non meritano certi talenti.
Tra i ringraziamenti, Chiesa ha menzionato i dottori e il suo attuale tecnico, Arne Slot, elogiandolo per l’opportunità data. “Ringrazio i dottori e il mister (Arne Slot, ndr) che mi ha dato questa chance e che si è comportato sempre alla grande con me, il gol è anche per lui”. Sembra che finalmente abbia trovato un ambiente che apprezza il suo contributo, senza troppi drammi.
Sul futuro, con il Mondiale 2026 all’orizzonte, Chiesa non nasconde ambizioni, ma mantiene un equilibrio cauto. “Parleremo con il Liverpool ma io qui sono felice, sono in una delle squadre più forti al mondo. Sono contento di vestire questa maglia. Io devo essere sempre pronto e dimostrare che posso giocare in questa squadra”. In un mondo dove i calciatori cambiano casacca come calzini, lui per ora gioca la carta della fedeltà, anche se chissà quanto durerà.