Marco Ciriello, giornalista e scrittore, ha recentemente parlato di Massimo Troisi durante un’intervista a Radio Amore Campania in occasione del 30° anniversario della scomparsa dell’attore e regista napoletano. Durante lo speciale “Nun ve scurdate ‘e me”, Ciriello ha condiviso emotivi ricordi legati a Troisi, sottolineando l’importanza di ricordare l’artista per la sua opera e non solo per aneddoti privati.
Le “brigate Troisi” e l’eredità artistica di Massimo
Ciriello ha raccontato di essere il fondatore delle “brigate Troisi”, un gruppo dedicato a celebrare l’opera e la memoria di Massimo Troisi. Ha sottolineato come Troisi vada ricordato per le sue creazioni artistiche e non per dettagli personali, come dimostra il confronto con la mancanza dell’agenda di Paolo Borsellino rispetto a quella di Troisi che è diventata di dominio pubblico. Questo esempio evidenzia l’importanza di preservare e valorizzare l’eredità artistica di Troisi.
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Un appello per una nuova narrazione su Massimo Troisi
Lanciando un appello appassionato, Ciriello ha invitato a liberare Massimo Troisi dalle chiacchiere inutili e a concentrarsi sull’analisi attenta e appassionata della sua opera. Ha sottolineato la necessità di studiare a fondo l’artista per poter raccontare la sua grandezza in modo adeguato, prendendo ispirazione dalla passione con cui registi come Quentin Tarantino trattano i grandi artisti. Questo appello invita a una nuova narrazione su Troisi, basata sulla conoscenza profonda del suo lavoro e del suo talento.
Le parole di Marco Ciriello offrono uno spunto interessante per riflettere sull’eredità artistica di Massimo Troisi e sull’importanza di celebrare l’artista attraverso uno studio approfondito della sua opera. La sua testimonianza ci invita a guardare oltre gli aneddoti personali e a valorizzare il contributo unico che Troisi ha lasciato nel panorama artistico italiano.

