Antonio Conte non è uno che si risparmia mai: tra trionfi e battute d’arresto, lui vive il calcio con la passione di chi non ha filtri #CalcioVero #IntensitàTotale #FuocoDentro
Se c’è una cosa che non si può contestare a Antonio Conte è la sua totale dedizione al mestiere di allenatore. Non è il classico tecnico che si limita a fare il suo dovere: "Conte ci mette l’anima in tutto quello che fa, vive tutto con intensità, sia i successi che le difficoltà", ha commentato l’ex presidente bianconero, mettendo il dito nella piaga di un modo di vivere il calcio che pochi riescono a reggere senza scivolare nel burnout.
Non stiamo parlando solo di tattiche o schemi, ma di un uomo che si carica sulle spalle l’intera squadra e a volte anche la pressione di chi gli sta intorno. Quando le cose vanno male, non è che si nasconde dietro scuse: si prende la responsabilità, si incazza e cerca la soluzione con quella grinta che magari infastidisce, ma di certo non lascia indifferenti.
Questo modo di fare ha portato a grandi risultati ma anche a qualche scontro duro, perché quando l’intensità è al massimo, le tensioni aumentano. È un po’ come avere un vulcano acceso sotto il piede: energia pura ma anche rischio di esplosione. D’altronde, chi pensa che un allenatore di calcio sia uno che sta dietro la lavagna a disegnare freccette e numerini, evidentemente non ha mai vissuto l’adrenalina di una panchina in Serie A.
Il calcio italiano e internazionale si dividono spesso tra chi prova a mantenere il controllo e chi, come Conte, preferisce immergersi completamente nel caos per provare a domarlo. Sia chiaro, non è per tutti: servono nervi d’acciaio, e a volte un filo di diplomazia in meno probabilmente aiuterebbe.
Con lui non si prende mai una partita sottogamba, la tensione è palpabile sin dal primo minuto di allenamento, e non è un caso se i giocatori, volenti o nolenti, devono adattarsi a questi ritmi serrati e a un entusiasmo che spesso sfocia nell’ossessione. Ma se vuoi vincere, questo è un prezzo da pagare senza tante lamentele.
Per chi ama il calcio vero, fatto di cuore, sudore e rabbia controllata (o quasi), Conte resta una specie di antieroe moderno: scomodo, egocentrico forse, ma indispensabile.