Quando la Serie A si prende una pausa dal politicamente corretto, arriva Paolo Condò a mettere il dito nella piaga: tra tatticismi e partite senza mordente, cosa è rimasto dello spettacolo? #SerieA #Calcio #PaoloCondò
L’ultima giornata di campionato non ha brillato per spettacolo, come evidenziato dall’analisi pungente di Paolo Condò sul Corriere della Sera. Il noto giornalista sportivo ha messo a nudo la realtà cruda del calcio italiano, svelando una Serie A spesso ingessata da tatticismi stucchevoli e partite senza anima.
In particolare, Condò ha sottolineato come le squadre tendano ormai a “giocare per non perdere piuttosto che per vincere”, riducendo il campionato a una monotona danza di contropiedi e difese schierate. Un fenomeno che, tradotto in termini sportivi, significa che gli spettatori si ritrovano davanti a match “senza mordente”, privi di quella scintilla che una volta accendeva gli stadi.
Il giornalista non ha risparmiato critiche nemmeno agli addetti ai lavori che, invece di cercare di risollevare il livello del gioco, sembrano accontentarsi di strategie “prudenti fino allo sfinimento”. Questa tattica, secondo Condò, ha trasformato il campionato in una sorta di bolgia tattica, dove l’unico vero spettacolo rimangono i commenti sarcastici post-partita.
Insomma, l’ultima giornata di Serie A raccontata da Paolo Condò è un campanello d’allarme per tifosi e operatori del settore: se si continua così, il rischio è che il calcio italiano perda definitivamente quella sua anima combattiva e affascinante, rimanendo “imbrigliato in una routine che non premia né il gioco né lo spettacolo”.