martedì, Dicembre 2, 2025

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Conte e Allegri: Italia critica il loro gioco, ma i trofei non mentono

#ConteVsAllegri: La sfida epica a San Siro tra due leggende italiane, ignorate come al solito dai loro connazionali! #SerieA #CalcioItaliano #SanSiro

Antonio Conte e Massimiliano Allegri sono pronti a rubare la scena nella partita di domenica sera a San Siro, come evidenziato da un editoriale del Corriere dello Sport. Questi due allenatori, con undici scudetti collezionati tra loro, rappresentano il meglio del calcio italiano, eppure finiscono spesso nel mirino di critiche inutili.

“In qualsiasi altro Paese sarebbero considerati due intoccabili: patrimonio nazionale dello sport, non solo del calcio. Undici scudetti in due. Principali testimoni della luminosa staffetta juventina targata Andrea Agnelli: otto dei nove tricolori appartengono a loro. In Italia, si sa, uno degli sport nazionali più in voga è giocare a sminuire i nostri fuoriclasse. Se non a distruggerli.”

E come se non bastasse, nel mondo del pallone italiano, questi due sono stati bersagliati da mormorii e mugugni per via del loro stile di gioco, definito da alcuni “conservativo” o “retrò” – insomma, roba che fa storcere il naso ai saputelli del settore. Ma il destino è beffardo: proprio ora, con il calcio globale che sta “italianizzando” persino un guru come Guardiola, ecco che Conte e Allegri si scontrano di nuovo dopo dodici anni.

“E nel mondo del pallone, vittima di una narrazione e una concezione calcistica lunare, i due sono stati spesso accompagnati da mormorii, mugugni, fino a critiche dal sapore di condanna. E il motivo è più o meno simile: il modello di gioco che gli esperti definiscono conservativo, retrò, trovate voi il termine. Il destino però si diverte. E Massimiliano Allegri e Antonio Conte si ritrovano uno contro l’altro dodici anni dopo, proprio nel momento in cui l’universo calcistico è scosso da quello che il Telegraph ha definito un vero e proprio tradimento culturale. Ossia l’italianizzazione di Guardiola”.

Questa rivalità non fa che evidenziare quanto l’Italia sia maestra nell’underminare i propri talenti, preferendo lamentele a trionfi, ma domenica potrebbe essere l’occasione per un vero spettacolo – purché i criticoni se ne stiano zitti e godano lo show.